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Parma e Sicilia insieme per garantire la sicurezza alimentare europea

Mentre Parma è già sede dell'Efa, la Sicilia candidatA nei disegni di Confindustria

12 gennaio 2004
Nonostante la crisi della Parmalat che minaccia seriamente il futuro di tanti lavoratori e colpisce pesantemente migliaia di investitori e risparmiatori, alla città di Parma  rimane comunque l’onore e l’onere di essere diventata sede dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare.
Si è chiusa bene, infatti, la lunga partita che ha visto l'Italia in concorrenza con la Finlandia per l'assegnazione dell'Authority e Helsinki adesso, si dovrà accontentare dell'Agenzia sul controllo delle sostanze chimiche.
L'European Food Authority (Efa) potrà disporre di un budget annuo di 40 milioni di euro e impiegherà all'inizio 255 persone, che diventeranno 330 in un triennio. La vittoria quindi, offrirà alla nuova "food valley" italiana (caso Parmalat a parte) l'opportunità di far decollare l'economia della città, portando innumerevoli benefici sul territorio. Un riconoscimento che effettivamnte il distretto di Parma meritava dato che è sempre stato il fulcro del sistema alimentare più noto e più importante del mondo, non solo per la qualità e la bontà dei suoi prodotti ma anche per la rete di strutture scientifiche e tecnologiche all'avanguardia dedicate allo studio degli alimenti.

La qualità degli alimenti, dunque, affiancata alla loro tutela sanitaria, al controllo rigoroso della sicurezza di quello che finisce sulla tavola dei consumatori. Ma dove si troverà invece, la sede italiana dell'agenzia? Ogni paese europeo infatti, ha una sede nazionale e in Italia si pensa già alla Sicilia. L'appello affinchè la sede italiana venga istituita in Sicilia viene dai giovani imprenditori siciliani di Confindustria. ''L'Italia - ricorda Annibale Chiriaco, vice presidente nazionale dei giovani imprenditori - può vantare il successo dell'acquisizione sul territorio nazionale, a Parma, dall'Agenzia Europea per la sicurezza alimentare. Resta da definire, come ogni altro Paese Ue, la sede italiana dell'Agenzia, interfaccia dell'omologa europea. La sede naturale non può che essere la Sicilia''. La Sicilia infatti, con la sua storia, tradizione, cultura, competenze e professionalita dispone di tutte le risorse necessarie. La scelta della Sicilia avrebbe inoltre, un'influenza positiva sull'economia della regione soprattutto per quanto riguarda la ricaduta occupazionale.

Accanto alle posizioni amministrative tradizionali si aprirebbero straordinarie potenzialità per i giovani che si sono laureati in scienze naturali, veterinaria, biologia e chimica. Candidate sarebbero anche le città di Torino e Verona ma a favore della Sicilia giocherebbe un ruolo determinante proprio perché nell'isola non ci sono grandi realtà agroindustriali. Sarebbe assicurata quindi,  una sorta di 'naturale neutralità'.
''La Sicilia - conclude l'esponente di Confindustria - offre un altro vantaggio rispetto ad ogni altro sito: è al centro del Mediterraneo. Se, come sembra, i flussi d'investimento si dirigono prevalentemente a Est, bisogna tenere salda una posizione a Sud''.

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12 gennaio 2004
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