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Renzi va in piazza a Palermo...

... e la seduta all'Assemblea regionale siciliana salta e viene rinviata all'indomani

15 maggio 2014

Dopo aver visitato Siracusa, nei mesi scorsi, Matteo Renzi è tornato in Sicilia. Ieri, appena arrivato nel capoluogo si è recato nella sede della prefettura dove ha incontrando rappresentanti delle associazioni degli imprenditori, sindacalisti e amministratori locali. Renzi è stato accompagnato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio. Presenti, tra gli altri, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, il sindaco Leoluca Orlando, il rettore dell'Università, Roberto Lagalla, il presidente del tribunale di Palermo, Leonardo Guarnotta, e il procuratore Francesco Messineo. Poi il comizio in piazza Politeama con i candidati Pd alle prossime elezioni europee.

"Il sud non è spacciato ma è ora che tutti mettiamo da parte gli alibi e ci assumiamo le responsabilità", ha detto il premier promuovendo un miglior uso dei fondi Ue, uno spreco da 180 miliardi negli ultimi anni, a partire dalle elezioni europee, "uno spartiacque" per la rotta dell'Europa ma anche - Renzi lo sa -, per la forza del Pd e del governo.
Napoli, Reggio Calabria, Palermo sono le tre frontiere, piegate dalla crisi e dalla disoccupazione, che il premier ha scelto di percorrere in un solo giorno. Con la promessa di tornarci ogni tre mesi per fare il punto sull'uso dei fondi europei ma anche per tastare il polso della crisi. Impegni perché "se il governo perde al sud perde la sfida paese" ma anche un richiamo severo a fare ognuno la propria parte.
"Noi vogliamo smontare le tesi che l'Italia sia il problema della Ue ed il sud il problema dell'Italia ma il mancato uso dei finanziamenti comunitari grida vendetta", sostiene il premier avvertendo le istituzioni locali che se non sapranno sfruttare le risorse che "ci sono", il governo interverrà direttamente. La parola assistenzialismo fa venire l'orticaria al presidente del consiglio, che dei tagli alla spesa pubblica ha fatto una crociata. Sono il rispetto delle regole e l'impegno collettivo la via che il presidente del consiglio indica, a partire dall'incontro con gli alunni della scuola "Parini" di Secondigliano, per far rialzare la testa all'Italia e al sud.

Una missione istituzionale, anche per promuovere l'uso di 1,7 miliardi della Garanzia Giovani in un'area dove "i dati della disoccupazione giovanile sono sconvolgenti". Solo a fine giornata, a Palermo, in una gremita piazza Politeama, dove Beppe Grillo ha fatto un comizio la settimana scorsa, Renzi ha dismesso i panni di premier per chiamare alla sfida elettorale, convinto che stavolta "il Pd vince e scala il podio" in cima al quale, alle politiche, salì Beppe Grillo.
Tutto, alla fine, si lega perché, per il leader dem, solo se il Pd vince le europee potrà "rinnovare la linea politica della commissione Ue". E spingere perché i fondi di coesione e di cofinanziamento escano dal patto di stabilità. "Se noi decidiamo che tutti i fondi che vanno in investimenti per la scuola o la rete a banda a larga sono fuori dai patti di stabilità è una bella boccata di ossigeno".
Per Renzi le elezioni del 25 maggio sono un "referendum", dice. Un ballottaggio tra chi urla, come Grillo e Berlusconi, "tornati sempre uguali a sè stessi", e chi, come il Pd, spera nell'Italia e attraverso il governo "è in campo contro la disoccupazione e gli sfascismi".

Il premier sa che è impopolare in questo momento stare al governo e mette in conto qualche fischio e cartello di protesta, a Reggio Calabria come a Palermo da parte di precari e No Muos. "Ma noi non ci fermiamo, non arretreremo di un passo sulle riforme perché noi stiamo creando lavoro e noi apriremo 10mila cantieri nelle scuole", va avanti "a viso aperto" e "senza paura" il premier. Che negli ultimi giorni andrà da nord a sud, alternando i panni istituzionali con i toni elettorali, per convincere indecisi e astenuti.

La venuta a Palermo di Matteo Renzi ha provocato la protesta del Movimento 5 stelle e dei partiti del centrodestra.
"Pd senza vergogna, arriva Renzi e sabota l'Aula con la complicità di Ardizzone. Alla faccia dei siciliani". "L'effetto Renzi c'è, ma solo sulla pelle dei siciliani. L'arrivo del presidente del Consiglio un risultato l'ha ottenuto: paralizzare i lavori dell'Ars in un momento tragico per la Sicilia, con intere categorie che aspettano gli stipendi e le campagne irrigue ferme al palo".
I deputati M5S all'Ars hanno commentato con rabbia lo stop improvviso ai lavori d'Aula, per la visita elettorale del leader del Pd. "Definire vergognoso il comportamento del Pd - hanno affermato i deputati - è riduttivo. E l'assurdo è che il presidente dell'Assemblea abbia avallato tutto ciò, con la scusa di un incontro tra Renzi e la giunta in Prefettura. Il senso di responsabilità cui ci si appella ipocritamente in Aula dov'è finito? Quel senso di responsabilità che noi del Movimento 5 Stelle abbiamo dimostrato ampiamente in ogni frangente e anche in occasione dell'arrivo di Grillo, quando, non solo non ci siamo sognati nemmeno di chiedere la sospensione dell'Aula, ma abbiamo partecipato pure ai lavori della commissione Bilancio fino ad oltre le 22".
"Questa sospensione - hanno concluso i deputati - costringerà ora a nuove accelerazioni per arginare le emergenze, che ora dopo ora si accrescono ancora di più e che sono create ad hoc per giustificare manovre approssimative e rabberciate. Se si è arrivati a questo punto, è bene ricordarlo, è stato per il vergognoso balletto attorno alle poltrone per un rimpasto che ha tenuto banco per mesi. E poi Crocetta ha pure il coraggio di dire che è l'Ars che è lenta ad esaminare i ddl".

Il giorno perso all'Assemblea regionale siciliana è stato stigmatizzato anche dal Nuovo centrodestra e da Forza Italia.
Ncd ha contestato lo slittamento dei lavori dovuto all'assenza del governo: "Assente ingiustificato!". "Non è concepibile un andazzo di tale genere - ha detto il capogruppo Ncd, Nino D’Asero - Questa allungata dei tempi ci fa arrabbiare anche perché, a questo punto, ci appare decisamente artata e finalizzata a un unico obiettivo: approvare importantissime azioni finanziarie a beneficio di lavoratori a un minuto dalle elezioni!". "Il tutto - ha concluso D’Asero - continuando con una specie di finanziaria a rate, a pezzi e bocconi, e col rischio serio di approvarne una, di queste rate, proprio quando è ormai scaduta: almeno la rata dei lavoratori!".

Analoghe critiche sono arrivate da Toto Cordaro e Santi Formica: "Apprendiamo con sollievo che la sola presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Palermo - hanno detto i due esponenti di centrodestra - ha di colpo eliminato ogni problema economico e sociale della nostra collettività e politico della maggioranza cha regge il governo Crocetta. Abbiamo atteso invano l’inizio della seduta che avrebbe dovuto portare all’ordine del giorno l’approvazione della manovrina, che rimane in attesa da mesi, come da mesi le tante categorie di lavoratori, forestali, precari, dei consorzi di bonifica, rimangono in attesa di uno stipendio. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire ed infatti del tutto inopinatamente e senza alcun preavviso ai Capigruppo, l’Aula è stata in un primo tempo rinviata poi annullata e rinviata all’indomani, nonostante la presenza del Premier fosse prevista per le 18.30. Ci chiediamo se abbia ancora senso mantenere un atteggiamento di responsabilità rispetto alla ennesima prova di totale disinteresse e irresponsabilità da parte del governo regionale e della maggioranza. O forse è più importante apparire innanzi a Renzi e conquistare un posto in prima fila!".

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15 maggio 2014
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