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Oramai imminenti le primarie, il Partito democratico siciliano non riesce a rimanere unito

03 febbraio 2014

A margine di un incontro di Confindustria a Ragusa, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta è tornato a parlare dei rapporti della maggioranza del suo governo. "Il partito democratico a livello nazionale mi è stato molto vicino, ma avrei voluto una politica siciliana più vicina di fronte al dramma di decine di migliaia di famiglie che rischiavano il lavoro e il pane, ma la politica ha preferito accusare me di colpe che non ho perché dipendono dal passato".
"Non mi pare che il Pd in questi giorni - ha aggiunto il governatore - abbia chiesto un rimpasto in giunta, né l'ha chiesto alcuno perché quando la casa brucia bisogna spegnere i fuochi. Adesso i fuochi sono spenti, ma pensiamo a riparare immediatamente le cose. La Sicilia deve diventare una regione virtuosa, nessuno pensi - ha concluso Crocetta - che debba essere l'isola dei privilegi che hanno distrutto e portato alla situazione economica e finanziaria di oggi".
Il governatore ha infine concluso dicendo: "Mi sono trovato sciacalli che cercavano la sconfitta della Sicilia a Roma, con il licenziamento di decine di migliaia di persone soltanto perché questo avrebbe significato la sconfitta di Crocetta. Mi sono sentito assediato rispetto all'aver aperto tre miliardi di tagli in due finanziarie, licenziato mafiosi, aver avviato una battaglia alla corruzione senza precedenti, avere speso finalmente i fondi europei che non si spendevano mai, avere avviato una profonda politica di risanamento. E invece di trovare solidarietà nella difesa della Sicilia, ho trovato sciacalli che cercavano la sconfitta della Regione a Roma per sconfiggere me. Gli sciacalli sono stati quelli che non hanno capito che si giocava una partita che aveva a cuore l'interesse dei siciliani e della Sicilia, e hanno preferito pensare all'attacco politico a Crocetta invece di unire tutti i siciliani in difesa dei nostri diritti".

Secondo il segretario regionale uscente del Pd siciliano, Giuseppe Lupo (candidato per l'Areadem del partito alle primarie del 16 febbraio): "L'azione del governo regionale è stata deludente in questi mesi. Ci saremmo aspettati di più. Abbiamo chiesto con forza al presidente della Regione più risultati, una marcia in più. Avremmo voluto un governo che prima facesse i fatti e poi dicesse cosa ha fatto. Non un governo, che prima ha annunciato cose che non si sono mai realizzate. Un governo con più fatti non annunci. Sono stato il primo segretario regionale che ha vinto le elezioni in Sicilia è un merito che non ascrivo a me ma a tutti: Crocetta ha vinto grazie al Pd e il Pd grazie a Crocetta. Non ho mai imposto nulla ma ho sempre preteso rispetto da Crocetta per il suo partito, che in questi mesi ha avanzato proposte che il presidente della Regione non ha voluto ascoltare". Riferendosi all'impugnativa della legge di stabilità regionale da parte del commissario dello Stato, Lupo ha aggiunto: "Il governo ha sbagliato a perder tempo. La gestione della Finanziaria 2014 è stata inadeguata. È stato controproducente più che inutile il contraddittorio, lo scontro, con il commissario dello Stato. Non ha portato alcun risultato".

Riferendosi poi a quanto sta succedendo all’interno del suo partito nell’imminenza delle primarie, Lupo ha detto: "Mi candido per fare il segretario e vincere, ma soprattutto per garantire lo svolgimento del congresso del Pd, - ha aggiunto - dicendo no ad altri che volevano un accordo di potere, utilizzando la segreteria del partito come merce di scambio, con una candidatura unica per impedire lo svolgimento del Congresso. La mia candidatura, invece, garantisce il dibattito". Lupo sposta poi l'attenzione sulla convergenza su Fausto Raciti del renziano Davide Faraone e dell'ex senatore Vladimiro Crisafulli, ai ferri corti fino a qualche tempo fa: "In Sicilia a un certo punto è scoppiato l'amore tra Faraone e Crisafulli, dopo aver fatto dire a qualcuno, vedi Pif, che Crisafulli doveva essere cacciato via dal partito. L'accordo vero non è fatto sul progetto politico ma su altro. L'ultima proposta che mi è stata fatta da Faraone era un assessorato tecnico". "Alla fine Faraone ha deciso di sostenere la candidatura del candidato di Crisafulli, sono molto sorpreso - ha aggiunto -. Non ha nulla a che vedere con un accordo unitario di partito. È un'intesa che passa attraverso la spartizione di incarichi di governo e sottogoverno. La segreteria del Pd non può essere utilizzata in alcun modo come merce di scambio".

L'ex senatore del Pd e segretario provinciale del partito a Enna, Vladimiro Crisafulli, ha replicato così alle dichiarazioni di Lupo: "Prendo atto che Lupo ha perso la bussola. Ha perso l'occasione di una candidatura unitaria, sperava di essere rieletto. La sua è una visione disperata più che politica. In questa fase serve un ricambio generazionale. La candidatura di Raciti l'ho fortemente voluta". "Se ci sono accordi, mi faccia sapere quali sono - ha aggiunto - mi tenga informato...". Inoltre, riferendosi all’improvviso 'amore scoppiato' tra lui e Faraone, Crisafulli ha risposto: "L'amore è a senso unico". "È Faraone che a forza di farmi da stalker si è innamorato di me o può essere che era innamorato di me prima e adesso è uscito allo scoperto. Purtroppo arriva tardi, sono impegnato...", ha concluso ironizzando Crisafulli.

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03 febbraio 2014
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