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Sotto per tre volte, in tre giorni

Il Governo Crocetta continua ad inciampare sulla riforma delle Province...

21 febbraio 2014

Una vera e propria via Crucis. E’ diventata questo, per il governo Crocetta, la riforma sulle Province. Ieri pomeriggio l’esecutivo siciliano è stato battuto per la terza volta in tre giorni. E' passato in aula un emendamento di Mario Alloro, che guida la fronda interna al Pd, che prevede il limite minimo di 180 mila abitanti per i Liberi consorzi (nel testo originario il tetto era 150mila abitanti). Blindando così il futuro Consorzio di Enna. Sarà invece più difficile costituire quello di Gela, caro al governatore Crocetta.
L'Ars, quindi, ha approvato con voto segreto l'articolo 2 del disegno di legge sulle Province, quello che disciplina l'adesione ad altro Libero consorzio di comuni. Entro sei mesi dall'approvazione della legge, i comuni con delibera dei consigli comunali, a maggioranza di due terzi, potranno stabilire di costituire un nuovo Libero consorzio, purché rispettino il limite minimo dei 180 mila abitanti, come previsto dall’emendamento di Alloro. Il voto del consiglio comunale dovrà però passare al vaglio di un referendum confermativo, come prevede un emendamento dei 5stelle, approvato mercoledì sera.

Insomma, Alloro non ha seguito l'indicazione del capogruppo del Pd Baldo Gucciardi, che aveva invitato i deputati a ritirare tutti gli emendamenti.
Dunque, in casa Pd continuano i malumori, e diversi deputati chiedono al governatore Rosario Crocetta di cambiare metodo, avviano un dialogo con l'opposizione: "Resto dell'idea che sarebbe utile un dialogo con il centrodestra sulla riforma delle Province: quando si scrivono le regole, queste devono essere condivise, non si possono approvare a colpi di maggioranza, perfino Renzi ha ritenuto opportuno coinvolgere il centrodestra, e Berlusconi in particolare, nel dibattito sulla legge elettorale", ha detto proprio Mario Alloro.
"Un dialogo con le opposizioni sulla riforma in discussione all'Ars non solo agevolerebbe l'approvazione del ddl, ma con ogni probabilità servirebbe a scrivere una norma migliore, piuttosto che procedere a colpi di maggioranza meglio tentare l'intesa con tutte le forze parlamentari, diversamente sarà il Movimento a 5 stelle a fare l'ago della bilancia di una maggioranza che traballa", gli fa eco l'ex segretario dei democratici Giuseppe Lupo.
Subito dopo la votazione, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone ha rinviato i lavori a martedì prossimo, alle 16.

Per il sindaco di Palermo e presidente dell'Anci, Leoluca Orlando: "La legge sulla riforma delle Province che si delinea all'Ars assume sempre più l'aspetto di una norma informe, frutto piuttosto di una sommatoria di singoli voti pro o contro il governo che non di una riflessione sul ruolo e le funzioni dei nuovi soggetti istituzionali". "In questo quadro - aggiunge Orlando -, il concreto rischio di abolizione delle città metropolitane rischia di uccidere definitivamente l'economia dell'Isola, sganciando la possibilità per oltre il 50% della popolazione di accedere alla programmazione comunitaria specifica per quella tipologia di enti locali. Per questo, unendomi anche agli appelli in questo senso che sono arrivati in queste ore anche dalle Organizzazioni sindacali ed in particolare da Cisl e Cgil, non posso che auspicare un ripensamento, prima che sia troppo tardi e le conseguenze non più governabili". "Altrimenti si condannerà il sistema delle autonomie locali della Sicilia all'isolamento rispetto al circuito nazionale ed europeo e si mortificheranno - conclude - non soltanto le città metropolitane ma i comuni tutti della Sicilia privati di ogni autonomia anche con riferimento alla riorganizzazione delle funzioni sul territorio".

E se tutto ciò non bastasse, continuano anche le polemiche anche sulla nomina dei commissari degli enti: Palazzo d'Orleans ha avviato la proroga di sette commissari uscenti, con la new entry certa dell'ex pm Antonio Ingroia a Trapani e, probabilmente, anche dell'ex prefetto di Catania, Vincenzo Santoro per la Provincia di Siracusa. "Mi chiedo come sia stato fatte queste nomine, visto che non c'è una legge che giustifica i commissari e a gennaio è stata bocciata dall'aula la norma che prorogava i commissari fino a giugno", dice Mimmo Turano dell'Udc. Ma l'assessore Patrizia Valenti assicura: "Abbiamo nominato commissati grazie alla norma che consente alla Regione di commissariare enti in mancanza di organi elettivi".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Corriere del Mezzogiorno, Repubblica/Palermo.it]

- Governo ancora sotto per la riforma delle Province (Guidasicilia.it, 20/02/14)

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21 febbraio 2014
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