Sperando che così funzioni...

Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha provveduto ad assegnare le deleghe ai nuovi assessori della giunta.
Nessuna sorpresa. I posti assegnati sono esattamente quelli di cui si parlava al momento della nomina dei nomi nuovi (se così si può dire).

All'Economia andrà Alessandro Baccei, il supertecnico scelto dalla segreteria nazionale del Pd e chiamato a tentare di salvare il bilancio della Sicilia, a grave rischio default; all'Agricoltura Nino Caleca, avvocato penalista di fama e conosciuto dai tanti per essere stato difensore di Totò Cuffaro; al Lavoro va il giuslavorista in quota Pd Sebastiano Caruso; le Infrastrutture saranno guidate da Giovanni Pizzo, espressione dell'Udc e che prende il posto di Nico Torrisi; agli Enti Locali un’altra espressione dell’Udc, Marcella Castronovo.

Al Turismo, prende il posto della delusa Michela Stancheris Cleo Li Calzi, esperta di fondi strutturali; si occuperà di Beni culturali il professor Antonio Purpura. Alla Formazione, al centro di mille polemiche, va l'ex assessore Mariella Lo Bello, rientrata nell'esecutivo a sorpresa (?), in quota Megafono. Prenderà il posto di Nelli Scilabra, rimasta fuori. Maurizio Croce, geologo vicino al Pdr di Cardinale, andrà al Territorio e Ambiente al Territorio. Infine, il delicato e complicato assessorato all'Energia andrà al magistrato Vania Contrafatto, in quota Renzi, che lascia la Procura di Palermo
Ovviamente confermate le deleghe per Lucia Borsellino alla Sanità - al fianco di Crocetta fin dal suo insediamento - e Linda Vancheri alle Attività Produttive, assessore sponsorizzato da Confindustria, ma anche delle associazioni di categoria che nei giorni scorsi hanno inviato numerose note stampa in cui chiedevano a Crocetta di lasciare la giovane Vancheri al suo posto.

In tarda mattinata il presidente e la nuova giunta di governo incontreranno la stampa a Palazzo d'Orleans, mentre la prossima settimana verranno presentate le nuove linee programmatiche discusse con la maggioranza, dopo ampia discussione con tutte le parti sociali.

Sulle deleghe il primo commentano polemico è quello del Movimento 5 Stelle. "La grazia è arrivata, finalmente ecco le deleghe. Speriamo servano a qualcosa. Ora si pensi a governare e non a litigare per i soliti squallidi interessi di bottega. Il ritardo nelle attribuzioni conferma, comunque, ove ce ne fosse bisogno, come le nomine siano state fatte solo per appartenenza e non per competenza".
"Le nomine - aggiungono i parlamentari pentastellati - andavano fatte non solo in base ai curricula, ma anche alla luce degli incastri dettati dal decreto Monti, di cui si doveva tenere conto prima di sottostare ai dictat dei partiti, cosa che potrebbe aver portato le persone sbagliate al posto sbagliato. Vorremmo capire, ad esempio, che impulso possa dare all'Agricoltura un avvocato penalista".

I Parlamentari 5 Stelle hanno commentato anche l’ultima uscita del Presidente della Regione sulla presenza di mafiosi nelle istituzioni (LEGGI). "Parole dirompenti - dicono - ma che pronunciate da lui ormai hanno perso quasi di significato e lo dimostrano le pochissime reazioni che le sue frasi, ancorché pesantissime, hanno suscitato. Che ci siano mafiosi all'Ars è possibilissimo e siamo i primi a chiedere che si faccia luce su queste frasi: venga in commissione a fare i nomi o li faccia in Procura, renderebbe un servizio sicuramente più efficace alla lotta alla mafia dei suoi roboanti proclami che purtroppo cozzano spesso con i fatti, come testimonia la recente votazione per l'abolizione del vitalizio ai mafiosi, quando lui non votò e la sua maggioranza votò vergognosamente contro".