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Sull'accordo tra Stato e Regione siciliana

Il presidente Crocetta risponde ai parlamentari Cinquestelle: "Tutti positivi gli effetti finanziari dell'intesa con lo Stato"

07 luglio 2014

Nei giorni scorsi Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars ha messo in rilievo l’accordo Stato-Regione fatto dal presidente Rosario Crocetta a Roma, bocciandolo senza mezzi termini.
"Crocetta ha svenduto la Sicilia e lo Statuto per un piatto di lenticchie all’insaputa dei siciliani e del Parlamento. Mercoledì, se ne ha il coraggio, venga a spiegare in aula quali sono i vantaggi di quarta grande operazione", hanno scritto i deputati M5S. Un accordo con cui la Sicilia "rinuncia definitivamente alle prerogative dello Statuto speciale, archiviando 68 anni di storia e di battaglie e contenziosi contro lo Stato, per poco più di 500 milioni di euro, frutto della rinegoziazione del patto di stabilità".
"Crocetta - hanno affermato i parlamentari Cinquestelle all’Ars -, senza chiedere il permesso al popolo siciliano, senza riferire in aula in merito alle trattative e quindi al loro esito, ha accettato le condizioni unilaterali di Renzi, umiliando i siciliani e la Sicilia. Ecco il prezzo del mancato commissariamento della Regione: abbonare allo Stato -  come sostenuto da autorevoli fonti - qualcosa come 5 miliardi di euro".

Il governatore Crocetta ha risposto ai parlamentari a 5 stelle a stretto giro di posta. "La Regione con l'intesa che si dice preveda la rinuncia a tutti i ricorsi contro lo Stato ottiene invero, in termini differenziali tra dare ed avere, un surplus positivo in termini di indebitamento netto e saldo netto da finanziare, superiore a quattro miliardi,  per il periodo 2014/2017".
Nella nota del presidente si legge ancora che "con l'intesa emerge chiaramente che, a fronte dell'alea del contenzioso, la Regione oltre ad ottenere gli oltre quattro miliardi, tra spazio di patto e minore accantonamento, ottiene per la prima volta il riconoscimento di programmare il patto di stabilità non più su base annuale ma per l'intero periodo 2014/2017, secondo una logica di programmazione".

"In ordine alla paventata rinuncia ai ricorsi in atto - scrive ancora Crocetta -, va specificato che non è una rinuncia al contenzioso bensì agli effetti e che la rinuncia stessa è limitata al periodo dell'intesa. Ciò significa che le sentenze saranno emesse, mentre sui ricorsi già definiti, è stato riconosciuto alla Regione tutto il beneficio pregresso, laddove vi era la possibilità che lo Stato intervenisse con un provvedimento legislativo per neutralizzare anche gli effetti delle sentenze passate in giudicato. L'intesa in ultimo ha un alto valore politico, perché segna un nuovo inizio di leale collaborazione tra il governo regionale e quello nazionale, che ha fatto dell'intesa con la Sicilia un modello da condividere anche con le altre regioni".

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07 luglio 2014
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