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Un passo dopo l'altro, piano, molto piano...

Dopo 4 battute d'arresto, il governo Crocetta porta a casa altri due articoli per la Riforma delle Province

28 febbraio 2014

Ieri il presidente della Regione ha convocato a palazzo d'Orleans una conferenza stampa con l'assessore Borsellino per parlare della sanità regionale, ma le pause e le attese che hanno preceduto l'appuntamento sono servite per discutere con i giornalisti di temi di attualità politica. Primo tra tutti la ricerca di una nuova maggioranza in aula, magari coinvolgento il Ncd di Alfano e Castiglione. "L'accordo con Ncd? - ha chiesto il governatore - Io non l'ho visto, se non nelle dichiarazioni di qualcuno. Secondo D'Alia Ncd dovrebbe entrare in giunta ma su quali basi se in Sicilia è schiacciato, tranne qualcuno, sulle posizioni di Forza Italia? Ncd deve chiarire da che parte sta. Vuole collaborare? Ben venga. A quel punto, perché no, è possibile un ingresso in giunta. Si fa a Roma, si potrebbe fare anche qui. Ma senza patto sulle riforme non può esserci intesa", ha concluso Crocetta.

Inevitabile chiedere al presidente qualcosa sulla Riforma delle Province, per la quale ieri pomeriggio si è tenuta l’ennesima seduta. "Altre imboscate in aula sulla riforma delle Province? Mi aspetto di tutto. Purtroppo c'è chi non pensa a confrontarsi sui contenuti, ma ad agire solo per andare contro il governo Crocetta, per renderlo in uno stato di agonia perenne, una strategia che ovviamente non danneggia me ma la Sicilia" ha aggiunto. "Forza Italia è molto più estremista qui in Sicilia dove è contro la riforma delle Province che a Roma, dove Berlusconi fa l'accordo con Renzi sulla riforma del titolo V e l'abolizione delle Province".

Nella seduta pomeridiana, comunque, l'Ars ha approvato gli articoli 5 e 6 con relativi emendamenti e subemendamenti del disegno di legge "Istituzione dei liberi consorzi comunali e delle Città metropolitane".
L'Assemblea ha approvato la norma (art.5) della riforma delle Province che disciplina l'elezione, di secondo livello, dei presidenti dei Liberi consorzi, e le modalità di sfiducia. I presidenti saranno eletti da consiglieri comunali e sindaci dei comuni aderenti. L'articolo 6 prevede invece le norme per la composizione della giunta.
Per il governatore Crocetta l’articolo 5 è una norma "di mediazione per venire incontro alle richieste delle opposizioni". Ma le minoranze sono insorte definendo il provvedimento dannoso e perfino incostituzionale.

Per Toto Cordaro "l'articolo 5 che riguarda l'elezione dei presidenti dei Consorzi continua a portare con sé le conseguenze del pastrocchio che stiamo alimentando. Dopo il parere del Cga ci potremmo trovare in una situazione di vacatio sulla gestione delle Province". Per Santi Formica (Lista Musumeci) "rischiamo di approvare una norma che verrà impugnata dal Commissario dello Stato per evidente illogicità, oltre che incostituzionalità. Perché allargare solo ai consiglieri? A questo punto apriamo il voto anche ai sindacati, alle associazioni e ai social network". Per Bernardette Grasso (Grande Sud - Pid) "come si fa ad allargare ai consiglieri comunali il voto per l'elezione del presidente del consorzio, se questi sono già esclusi dall'assemblea per volontà di quest'Aula che ha respinto la norma del governo all'articolo 4?" Secondo Gino Ioppolo (Lista Musumeci) "la legge sta andando verso un paradosso: si creerebbero due distinte assemblee. Una elettiva e una deliberante. Così, gli organi da tre diventeranno quattro".
Per Mimmo Turano (Udc), voce fuori dal coro della maggioranza, "devono votare il presidente o il corpo elettorale o i sindaci che fanno parte dell'assemblea".

I DUE ARTICOLI APPROVATI IERI (di Giacinto Pipitone - GdS.it) - Il presidente dei liberi di consorzi di Comuni verrà eletto dai consiglieri comunali del territorio. Cade quindi l’ipotesi di ricorrere alle urne e al voto popolare.
L’Ars ha approvato la prima norma della giornata nella lunga maratona che entro la prossima settimana dovrebbe portare al varo della riforma delle Province. L’articolo approvato stabilisce che "il presidente del libero consorzio è eletto dai consiglieri comunali e sindaci dei Comuni aderenti allo stesso, a maggioranza assoluta dei voti, fra i sindaci dei Comuni appartenenti al libero consorzio". Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta si va al ballottaggio. Infine, il presidente eletto potrà in futuro essere sfiduciato tramite una mozione approvata dalla maggioranza dei consiglieri comunali e dei sindaci del consorzio.
Il Nuovo Centrodestra ha provato fino all'ultimo a far introdurre la possibilità che ogni consorzio preveda nel proprio statuto l'ipotesi di scegliere anche l'elezione popolare del presidente.

Approvato anche l’articolo sulla composizione delle giunte che insieme al presidente guideranno il libero consorzio (art. 6). Prevede che "La giunta è composta dal presidente e da un numero massimo di otto assessori, nominati dal presidente fra i componenti dell'assemblea del consorzio". Il numero dei componenti della giunta sarà stabilito in rapporto alla popolazione dei Comuni consorziati. La cessazione della carica ricoperta presso il Comune di appartenenza comporta la decadenza dalla carica ricoperta nel Libero Consorzio.
Gli altri articoli, fra cui quello contestatissimo sulla istituzione delle città metropolitane, verranno esaminati da martedì prossimo.

- Ancora sotto! (Guidasicilia.it, 26/02/14)

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28 febbraio 2014
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