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Una domenica di inverno per il terzo V-Day

Beppe Grillo da Genova per attaccare i partiti, l'Euro e il presidente della Repubblica

02 dicembre 2013

Ha attaccato Napolitano (certo, non è una novità, ma ha assicurato che la richiesta di impeachment è pronta). Ha caricato la piazza sferzata dal gelo con un "tutto il potere deve tornare al popolo" dopo essere stato sottratto a partiti che mertitano "l'estrema unzione". E poi ha lanciato l'anatema contro l'euro, chiedendo un referendum per decidere se restare nella moneta unica, che fa presagire con chiarezza quali saranno i toni e il tema principale della prossima campagna elettorale per le elezioni Europee (e su questa china avrà come avversario diretto proprio Berlusconi). Beppe Grillo, infine, dalla sua Genova, dichiarandosi commosso ha salutato la folla con un: "Saremo il primo partito".
Si è svolto così, tra l'entusiasmo della piazza che tutti pensavano più grande, il terzo "V-Day" del Movimento 5 Stelle che si è tenuto ieri a Genova.

"Siamo andati oltre la piazza, ma ricordatevi quando è nato il Movimento, è nato il 4 ottobre, il giorno di San Francesco, siamo arrivati prima del papa Francesco. Anche lui è grillino".
40 mila in piazza piazza della Vittoria da tutta Italia (200 mila dirà lui, Grillo) con bandiere e  palloncini gialli che prendono il volo quando Grillo e Casaleggio salgono sul palco. Se ne attendevano di più. Così come sorprende il contenuto interesse (è la prima volta) dell'evento su Twitter, solo quarto tra le "tendenze" del giorno.
Beppe Grillo, come al solito, è stato un fiume in piena ma gli obiettivi dietro gli slogan sono precisi. Primo, togliersi di dosso l'accusa di populismo. Anzi, farla propria per rivendicarla: "Sono fiero di essere un populista insieme a voi. E siamo populisti arrabbiati", ha esordito. Poi Napolitano come elemento indesiderato: "Abbiamo pronto l'impeachment, se ne deve andare", e a lui ha indirizzato un "rimarrai da solo a tradire l'Italia, dopo aver più volte tradito la Costituzione". Per arrivare all'attacco ai partiti: "Abbiamo tolto la sacralità finta a questo Parlamento di piduisti. Non c'è più niente da sfasciare, diamo l'estrema unzione a dei cadaveri della politica che si aggirano".
Poi l'obiettivo Euro, l’annuncio della prossima campagna elettorale: "Vogliamo un referendum per rimanere dentro o fuori l'Euro. Siamo stati truffati, ci siamo trovati dentro l'euro senza poter dire nulla. Io non sono contro l'Europa - ha precisato - Ma voglio che il popolo sia informato". E, insieme a Gianroberto Casaleggio, salito sul palco, l'obiettivo di "ridare tutto il potere al popolo"

Al Vaffaday si attendeva un collegamento con Julian Assange che però non c'è stato. Al posto del "padre" di WikiLeaks uno dei fondatori del movimento "Occupy Wall Street". Poi sul palco è salito Dario Fo, acclamatissimo fino al suo straziante urlo per ricordare Franca Rame, per una lezione-spettacolo-denuncia sulla cultura. Con un appello finale alla piazza che ha resistito al gelo: "A questo punto fiducia, speranza e ottimismo sono morti. Bisogna tirare il sipario e cambiare scena completamente. Topi e scarafaggi la fanno da padroni. Vanno buttati fuori senza pietà perché noi siamo democratici ma non moderati, per Dio!".

Il giorno prima del terzo V-Day, sabato 30 Novembre, a Palermo (capoluogo della Regione nella quale il MoVimento 5 Stelle è risultato, secondo un recente sondaggio, primo partito) Matteo Renzi ha deciso di ripartire con la campagna elettorale per le primarie dell'8 dicembre. Il sindaco di Firenze è stato ospite a una convention del Pd al cinema Rouge et Noire.

"Ci sono tre possibilità: andare in piazza a insultare per il Vaffa Day assieme a un partito politico importante che ha 160 parlamentari, che costano 4 mln di euro al mese e che vogliono mandare tutti in quel posto. O un ritorno al passato votando il centrodestra che ha fallito, oppure provare a cambiare il Paese. Ieri al dibattito in tv i tre candidati del Pd hanno cercato di fare cose belle, senza offenderci, senza insultarci ma facendo proposte".

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02 dicembre 2013
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