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Una visita in un paesino dal nome strano... Andiamo a Naso

Tra il blu delle Isole Eolie e il verde dei Nebrodi, alla scoperta di una cittadina insospettabilmente interessante

06 ottobre 2017
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Davanti le Isole Eolie, alle spalle il verde dei Nebrodi: è questo lo splendido scenario naturale che incornicia Naso, antica, ricca di storia, di arte e tradizioni. Secondo le fonti storiche, a fondare il primo nucleo abitato, con il nome di Naxida, sembra sia stato un gruppo di coloni greci provenienti da Tauromenion, l’antica Taormina.

Le guerre e i continui saccheggi, spinsero però i coloni a muoversi ancora, alla ricerca di un insediamento più sicuro che trovarono non lontano in un preesistente villaggio denominato Neso ed in seguito, Naso.

La cittadina è conosciuta (oltre che per l’insolito nome) per aver dato i natali a San Cono, patrono di Naso e del paese omonimo del calatino. Leggenda vuole che, il giorno in cui San Cono morì, un Venerdì Santo, durante il regno di Federico II di Svevia, improvvisamente a Naso si sentirono suonare le campane, senza essere toccate da nessuno.

I nasitani accorsero nella grotta di Conone - dove il santo risiedeva da eremita - per chiedere spiegazioni, ma lo trovarono, già morto, in estasi e sollevato da terra. Naso pur essendo un piccolo comune è un paese tutto da scoprire, ricco di bellezze naturali e paesaggistiche e pregno di storia, di tradizioni e di ospitalità.

Monumenti e luoghi d'interesse

TappaChiesa Madre

La Chiesa Matrice di Naso, intitolata ai Ss. Apostoli Filippo e Giacomo

Di grande interesse è la cinquecentesca Chiesa Matrice intitolata ai Ss. Apostoli Filippo e Giacomo. La Chiesa si trova nei pressi di piazza Roma e si presenta con un interno suddiviso in tre navate.

Il campanile adiacente ha apice piramidale, mentre sul prospetto è inserito un antico orologio. Al suo interno essa presenta, tra l'altro, la statua marmorea raffigurante "L'Assunta e gli Angeli", un seicentesco crocifisso ligneo ed una statua marmorea raffigurante "La Madonna col Bambino". Caratteristica la presenza di ben dieci altari laterali dedicati a vari Santi.

TappaChiesa del Santissimo Salvatore

La Chiesa del Santissimo Salvatore - Naso (ME)

La Chiesa del Santissimo Salvatore si distingue per il suo splendido prospetto barocco, il sagrato in cotto nasitano e la doppia torre campanaria. Al suo interno basilicale si trovano varie opere d'arte a tema sacro, a partire dalla seicentesca tela raffigurante "San Girolamo nel deserto" ed un trittico marmoreo di Antonello Gagini raffigurante le sembianze della Vergine degli Angeli che stringe il Bambino. Dalla chiesa prende il nome l'omonimo rione.

TappaChiesa di San Biagio

La piccola Chiesa di San Biagio - Naso (ME)

Le prime notizie documentarie relative la chiesa di San Biagio risalgono al 1438. Il fronte principale della chiesa si apre sull'omonina piazzetta, con un portale centrale concluso da un timpano spezzato e uno laterale che riporta l'iscrizione 1739, a memoria del grave sisma che colpì Naso.

La chiesa è suddivisa in tre navate, due campate e con la zona presbiteriale rialzata di due scalini. Dei tre alatari che chiudevano le navate, oggi rimangono solo il principale e il laterale destro anche se in pessime condizioni.

L'interno di San Biagio, purtroppo, è in stato di abbandono, la chiesa infatti è stata fortemente danneggiata da un altro evento sismico nel 1978, i lavori realizzati nell'intento di restaurarla l'hanno invece fortemente degradata.

TappaChiesa di Santa Maria del Gesù

La chiesa di Santa Maria del Gesù e il Convento dei Frati Minori Osservanti di San Francesco - Naso (ME)
Foto di F. Bellisario - Panoramio.com

Un'altra importante presenza artistico - architettonica di Naso è rappresentata dal complesso monumentale formato dalla chiesa intitolata a Santa Maria del Gesù e dal Convento dei Frati Minori Osservanti di San Francesco. Ubicato su un poggio a dominio della vallata sottostante, il cenobio ha subito nel tempo vari rimaneggiamenti.

Del complesso d'origine quattrocentesca attualmente rimangono parte delle mura del convento, un'ala del chiostro e la Chiesa, meglio conservata, che presenta il monumento gotico-rinascimentale di Artale Cardona, rappresentato da quattro statue raffiguranti le Virtù, autore Domenico Gagini e la sua bottega (1477).

TappaChiesa di San Cono

Chiesa di San Cono a Naso (ME)

A dominio della sottostante vallata è la chiesa di San Cono, protettore del centro nebroideo del quale, in una splendida cripta, autentico capolavoro del barocco siciliano, si custodiscono le spoglie mortali.

La chiesa può essere considerata uno straordinario gioiello dell'arte cinquecentesca con i suoi archi in pietra sorretti da colonne e capitelli in stile dorico. Pitture di autori vari ascrivibili temporalmente al '600 completano l'arredo dell'edificio chiesastico.

Di notevole pregio architettonico è il campanile annesso, l'unica struttura dell'edificio originale, di epoca quattrocentesca.

Una Madonna con Bambino conservata nel Museo d'Arte Sacra nelle catacombe della Chiesa di San Cono - Naso (ME)

Da sempre ammantate di mistero, suscitano curiosità ed interesse le catacombe della chiesa che, finite di ristrutturare nel 2002, ospitano il Museo di Arte Sacra. L’insieme delle opere esposte è essenzialmente costituito da arredi liturgici provenienti dalle antiche Chiese della cittadina e da una serie di altri pezzi interessanti ed eterogenei variamente raccolti da ambiti ecclesiastici.

TappaTeatro Vittorio Alfieri

Il Teatro comunale Vittorio Alfieri di Naso (ME)

Il Teatro comunale Vittorio Alfieri rappresenta una delle testimonianze più significative della cittadina di Naso, non tanto per il pregio delle sue linee architettoniche neoclassiche ma soprattutto per il valore culturale dell'attività artistica che lo ha fortemente caratterizzato per quasi un secolo. Il teatro sorge all'ingresso principale della città in una parte dell'urbano di notevole rilevanza storica, in parziale sovrapposizione all'antico castello.

L’interno fa riferimento ad un allestimento all'italiana a pianta ellittica, troncata perpendicolarmente all'asse maggiore, articolato in altezza da "quattro ordini di palchi".

Dopo 67 anni di totale abbandono, e la completa ristrutturazione (durata una trentina d’anni) il sipario del Teatro Vittorio Alfieri viene nuovamente alzato. L’inaugurazione, all’inizio dell’ottobre 2017, rappresenta l’apice di un’ambiziosa iniziativa, fortemente voluta dalla direzione artistica, affidata a Matteo Bavera, già direttore del teatro Garibaldi di Palermo, per il triennio 2017-2020.

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