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"Crocetta è condizionato dall'ingerenza degli industriali"

L'ex assessore all'Energia Nicolò Marino contro il presidente e contro i vertici di Confindustria

12 novembre 2014

"Crocetta è condizionato dall’ingerenza di esponenti di Confindustria che continuano a garantirsi delle situazioni di vantaggio con il mero biglietto da visita dell’antimafia, privo di sostanza, e con il placet di parti della maggioranza e del Pd".
Il magistrato Nicolò Marino, ex assessore ai Rifiuti "dimissionato" dal governatore, intervistato da La Sicilia e da L’Ora Quotidiano, è intervenuto duramente sul sistema delle discariche in Sicilia. Con accuse vecchie e nuovi retroscena. E con una tesi di fondo: "Il sistema dei rifiuti in Sicilia è sempre in mano alle stesse persone".
Non sono nuovi gli scontri tra Marino e Crocetta - scontri che più volte hanno toccato livelli altissimi -. Questa volta a riaccendere la miccia tra i due sono state le dichiarazioni di Rosario Crocetta in un’intervista pubblicata sabato sul quotidiano La Sicilia: "Aveva il chiodo fisso di Catanzaro (Giuseppe Catanzaro, il vicepresidente di Confindustria Sicilia, imprenditore nel settore delle discariche, ndr) e non ha mai parlato del vero rapporto fra mafia e rifiuti che c’era altrove", ha affermato il presidente della Regione. Attribuendo a Marino "errori gravi di valutazione" in una sorta di continuità, in materia di rifiuti, con le scelte di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo.

Marino, attuale presidente di una sezione del Tribunale penale di Roma, attraverso i mezzi di informazione ha quindi risposto a tono: "Non mi sento accomunato a nessuno e rispetto la storia umana di Cuffaro e Lombardo, pur non condividendo ovviamente le scelte che li hanno portati alla loro situazione giudiziaria. Non capisco perché Crocetta cerchi sempre lo scontro con me. È una persona superficiale, ma non stupida: conosce perfettamente quello che io ho fatto. Il vero problema fra me e lui era che nel mio operato, pur realizzando il programma di governo, io ho sempre tenuto davanti agli occhi le regole: quelle comunitarie - vedi i casi dell’eolico e del servizio idrico integrato - e quelle nazionali e regionali. Crocetta invece ha impostato il suo mandato come un monarca che non ha bisogno di rispettare gli ordinamenti comunitari e nazionali, facendo coincidere il suo dire con l’ordinamento in Sicilia. Crocetta voleva una testa di legno e non un assessore pensante, per riempire il gabinetto con persone di sua fiducia e gestire lui l’assessorato. Un modello che è riuscito a imporre alla Formazione con la Scilabra e soprattutto all’Ambiente con la Lo Bello. Ed è in quest’ultimo settore che ci sono i problemi sulle discariche, tant’è che tolgo l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr) da quell’assessorato e la porto all’Energia".

Marino ha aggiunto: "Effettuato un controllo sulle discariche private mi rendo conto che erano stati autorizzati, senza che ne avessero diritto, almeno 3 milioni di metri cubi a Catanzaro e 2,6 milioni a Oikos. E inoltre era legge già dal 2003 prevedere un biostabilizzatore. I lavori della commissione speciale che ho voluto io evidenziano proprio questo, tant’è che apriamo i procedimenti amministrativi per la revoca di Oikos e per la rivisitazione di Catanzaro. Il direttore generale Gullo, mantenuto in carica sia da Crocetta sia dalla Lo Bello nonostante le mie durissime segnalazioni, scrive però in conferenza di servizi che la procedura è regolare. Dopo due giorni arrivano gli arresti di Proto e degli altri legati alla discarica di Motta. E a questo punto Gullo riscrive a Lupo, rimasto dirigente generale del mio assessorato dopo che io ero andato via, per dirgli: aspetta, rivediamo la procedura".

Per Marino le ingerenze di Confindustria su Crocetta sono pesantissime: "Il direttore Lupo, che da quando vado via io non si sente più garantito anche perché aveva visto quello che stava succedendo con Calleri, doveva essere sostituito dal direttore del Genio civile di Palermo, Munafò, persona perbenissimo. E invece viene scelto un direttore dell’area agrigentina, Armenio. Ad Agrigento vi è Catanzaro, ma anche un’importante autorità nel settore, che è il presidente della commissione Ambiente del Senato. Sarà pure un caso, ma quando Catanzaro scrive, lo fa al presidente della commissione Ambiente del Senato, che a quanto ho capito è in sintonia politica con lui". Duri gli attacchi di Marino a Catanzaro, ritenuto "la punta dell’iceberg che cercava di impedire, sotto il profilo giuridico, che la Regione si dotasse di strumenti normativi che le consentissero di fare piattaforme pubbliche. Ma è lui assieme a Montante...".

E poi: "È chiaro che Crocetta ha il problema di qualcuno di Confindustria che gli ha chiesto la mia testa. Non può dire di no perché Confindustria ha supportato le sue campagne elettorali a Gela, a Bruxelles e alla Regione".
Le accuse dell’ex assessore hanno riguardato anche il senatore Pd Beppe Lumia che, secondo Marino, "ha sempre sponsorizzato Catanzaro, anzi, direi che Lumia, Catanzaro e Montante sono la stessa cosa".

Le reazione del vicepresidente nazionale e del presidente regionale dell’organizzazione industriale, rispettivamente Ivan Lo Bello e Antonello Montante, non si sono fatte attendere: "Ivanhoe Lo Bello e Antonello Montante hanno dato mandato ai loro legali di denunciare il Dott. Nicolò Marino rinvenendosi nell’intervista contenuti gravemente diffamatori e minacciosi, oltre che riferimenti a fatti e circostanze fantasiosamente ricostruite e completamente destituite di ogni fondamento".
Alle dichiarazioni di Marino, il senatore Lumia ha invece risposto con la seguente nota: "E' singolare che l'ex assessore all'Energia e ai Rifiuti della Regione Siciliana Nicolò Marino dedicava e continua a dedicare gran parte del suo tempo ad attaccare pubblicamente quegli imprenditori del settore che hanno denunciato Cosa nostra. Contro la mafia dei rifiuti, invece, Marino non ha mai detto nulla. Nessuna valutazione, nessun giudizio".
"Per quanto mi riguarda - si legge ancora nella nota del senatore - mi sono sempre schierato dalla parte di quegli imprenditori che rischiano la vita e che con Confindustria Sicilia hanno fatto una scelta storica e senza precedenti contro Cosa nostra. Con questa Confindustria si dialoga e ci si confronta, con la mafia dei rifiuti no, anzi la si aggredisce".

"Col presidente Crocetta non siamo mai entrati nel merito delle scelte amministrative e di gestione dei rifiuti fatte da Marino, ma non potevamo stare zitti e fermi di fronte a questo suo modo scellerato di attaccare l'impresa sana. Semmai sono note le nostre opinioni a favore delle discariche pubbliche e contro il proliferare di quelle private". "Quindi - conclude Lumia - Marino dovrà dar conto delle sue affermazioni, non solo sul piano giudiziario ma anche dell'etica pubblica".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it]

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12 novembre 2014
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