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''Falcone era diventato una grande preoccupazione per i boss americani''

Nel processo d'appello della strage di Capaci, riproposta dal pentito Giuffrè ''la pista americana''

22 dicembre 2003
"John Gambino era molto preoccupato dell'azione del dottor Falcone, che mirava al cuore, e cioè al denaro, di Cosa Nostra". "Ora siamo arrivati alla resa dei conti", avrebbe detto Totò Riina durante la riunione della commissione provinciale di Cosa Nostra convocata alle sei del pomeriggio di un giorno di "fine novembre inizio dicembre 1991 nella casa di Guddo o di Priolo. Per capire il senso di questa riunione bisogna andare a quando Gambino era preoccupato, perché il giudice Falcone aveva iniziato a collaborare con le autorità Usa nella persona di Rudolph Giuliani con le inchieste Pizza Connection e Iron Tower. Questo preoccupa la mafia americana e, avvertito dal mio parente Stanfa, io mi incontro nel 1988 a Mondello con un avvocato americano venuto a prendere notizie sull'evoluzione della situazione e anche per predisporre le difese dalle dichiarazioni di Buscetta. Prima di incontrarlo chiedo l'autorizzazione a Provenzano che mi dice di parlarle con Riina. E Riina mi autorizza: va e tranquillizzali, che qui stiamo facendo tutto il possibile".

Questo è quanto ha riferito il pentito Nino Giuffrè, interrogato il 13 dicembre scorso a Catania dal pubblico ministero Sebastiano Patanè nel processo d'appello della strage di Capaci, dove ha riproposto la pista americana parlando dell'avvio della stagione stragista, decisa, appunto, in una riunione.

"Nella riunione della commissione provinciale della fine del 1991 - ha aggiunto Giuffrè - parlò solo Totò Riina e disse chiaramente che ognuno doveva assumersi le proprie responsabilità. Fu - ha ricordato il collaboratore - una riunione gelida: parlò solo Riina e disse che si dovevano regolare i 'conti con i nemici storici' facendo riferimento a Giovanni Falcone che era andato sino al cuore di Cosa nostra creando dei problemi alla mafia americana alla quale lo stesso Riina aveva dato assicurazioni di risolvere la questione in Sicilia. Alla fine non ci fu nessun commento".

Giuffrè, pentito eccellente del calibro di Tommaso Buscetta, capo del mandamento di Caccamo definito da Giovanni Falcone "la Svizzera di Cosa Nostra", ha inoltre ribadito qual è il motivo per il quale ha deciso di diventare un "pentito": «in Cosa nostra non c'erano più i valori di una volta».

Il processo d'appello della strage di Capaci riprende il 16 gennaio 2004.

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22 dicembre 2003
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