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"Una mazzetta non è allarme sociale"

L'Avvocatura di Stato minimizza e la Regione Sicilia non si costituisce parte civile nel processo per corruzione a un proprio funzionario

06 febbraio 2015

Le mazzette "non sono un fattore di particolare allarme sociale" dice l'Avvocatura distrettuale dello Stato in un parere consegnato alla Regione siciliana. E questo è bastato all'amministrazione regionale per decidere di non costituirsi parte civile nel processo per corruzione a un proprio funzionario; processo cominciato lo scorso 19 gennaio nei confronti di Gianfranco Cannova, dipendente dell'assessorato al Territorio, che ha ammesso di aver preso tangenti (denaro e soggiorni gratis in alberghi di lusso), in cambio di autorizzazioni ad alcuni imprenditori titolari di discariche.
Eppure, dopo l'arresto di Cannova, avvenuto lo scorso luglio, il governatore Rosario Crocetta tuonò contro la nuova tangentopoli. Ma l'Avvocatura ha giudicato "inopportuna" la costituzione di parte civile, "attesa la esiguità del danno e il non particolare allarme sociale connesso alle fattispecie concrete contestate". Dunque, secondo l'Avvocatura, la Regione può esimersi dal chiedere un risarcimento "perché è sufficiente l'impulso accusatorio del pubblico ministero", si legge in una nota del 10 novembre scorso, firmata dall'avvocato distrettuale Massimo Dell'Aira e dall'incaricato Pierfrancesco La Spina.

L'assessore regionale al Territorio, Maurizio Croce, spiega di aver saputo dai giornali della mancata costituzione come parte civile: "È grave la nostra posizione - ha detto - e vergognosa la motivazione fornita dall'Avvocatura".
Da parte sua il presidente Crocetta ha aggiunto: "Non so cosa sia successo. Disporrò un'inchiesta interna".

La notizia è stata pubblicata da Repubblica. Nell’articolo di Emanuele Lauria la presa di posizione della Cgil siciliana: "La lotta alla corruzione - ha affermato Mimma Argurio, componente della segreteria - non ammette smagliature. Non costituirsi parte civile nel processo al funzionario del Territorio, che ha peraltro ammesso la colpa, è indubbiamente uno scivolone del governo regionale. Anche se le formule usate dall'Avvocatura dello stato fossero rituali, nella fattispecie è inammissile l'affermazione che un fatto di corruzione non desti allarme sociale. Ed è altrettanto inammissibile - ha detto ancora Argurio - che si faccia riferimento all'esiguità del danno, come se ci fosse differenza tra episodi di corruzione che movimentano grandi cifre ed episodi che spostano poche risorse". Per la sindacalista, "non c'è corruzione più o meno accettabile, la corruzione è una e va estirpata e in questo caso, costituirsi parte civile, era per la Regione l'occasione per lanciare un messaggio chiaro di tolleranza zero".

Sulla vicenda interviene anche il Movimento 5 Stelle con due interrogazioni all'Ars e alla Camera e una lettera al presidente della Repubblica. "Crocetta - afferma il deputato all'Ars Giancarlo Cancelleri - è lesto a issare il vessillo dell'antimafia in qualsiasi occasione, ma quando c'è da far parlare i fatti rimane spesso indietro. E corruzione e mafia vanno spesso a braccetto. Ci spieghi i motivi di questa assurda decisione che nessun sconclusionato parere dell'Avvocatura dello Stato potrà mai giustificare".
"All'amarezza sulla mancata presenza della Regione a questo processo - afferma la deputata a sala d'Ercole Angela Foti - si aggiunge la beffa delle motivazioni espresse dall'avvocatura. Cadono le braccia. Con questo governo abbiamo gettato la spugna della speranza. Troppe le azioni scellerate, come la cacciata di Marino all'indomani del dossier sulle discariche private in Sicilia, depositato e secretato  presso la commissione antimafia Ars e alla Procura. Evidentemente l' 'affaire' rifiuti in Sicilia non deve essere smosso, se non con le chiacchiere. C'è comunque un altro processo, 'Terra mia', in cui la Regione può costituirsi parte civile. Crocetta non si lasci sfuggire quantomeno questa occasione".

"Dalla mia posizione sul banco della presidenza - afferma la deputata alla Camera Claudia Mannino - l'ho visto con i miei occhi, Crocetta, il grande elettore siciliano, spellarsi le mani per applaudire il presidente della Repubblica durante discorso d'insediamento. Mattarella ha parlato di livelli inaccettabili della corruzione che favorisce le consorterie e penalizza gli onesti. Un vero attore. Prima si commuove poi rientra a Palermo e fa spallucce".
La Mannino e gli altri deputati alla Camera M5S proporranno ai deputati siciliani degli altri partiti di firmare l'interrogazione rivolta sull'argomento al Presidente del Consiglio.

[Informazioni tratte da Corriere del Mezzogiorno, Repubblica/Palermo.it, www.sicilia5stelle.it]

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06 febbraio 2015
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