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A Gela i cittadini comunicano con il fuoco

Record di incendi intimidatori a Gela e non soltanto appiccati dalla mafia

05 maggio 2005

Sessanta automobili bruciate in 4 mesi, decine e decine di ciclomotori dati alle fiamme: a Gela la mafia lancia i suoi segnali col fuoco, ma non è solo il crimine ad accendere le fiamme. Nella cittadina nissena vige una sorta di ''giustizia fai da te'' e per un dispetto qualcuno incendia l'auto del vicino, così avviene anche per liti di condominio, dissapori tra parenti, controversie economiche, puro vandalismo.
Gli investigatori parlano di ''cattive abitudini caratteriali'', non solo degli autori dei danneggiamenti ma anche delle ''vittime'', che non parlano, non collaborano perché in realtà pensano di vendicarsi, innescando una catena di ritorsioni simile a una faida. E poi vi sono altre motivazioni come quella, al vaglio degli investigatori, del mercato delle auto usate: si incendiano le autovetture appena vendute, molto spesso risultate taroccate.

''La matrice estorsiva incide per una minima parte nella portata del fenomeno - dice il questore di Caltanissetta, Filippo Piritore - Ormai assistiamo all'incendio della macchina del disoccupato, dello studente, del pensionato, della casalinga, tutta gente senza soldi e senza storia''. ''Tuttavia - aggiunge - dobbiamo sottolineare che rispetto agli anni passati il fenomeno degli attentati incendiari è in netto calo. Segno che la prevenzione funziona. Purtroppo non riusciamo a debellarlo perché non ci troviamo di fronte a una precisa strategia criminale, che si potrebbe studiare e sconfiggere. No. Qui si colpisce a caso, ovunque e quando meno te l'aspetti''.

Il questore illustra i provvedimenti adottati negli ultimi tempi con l'aumento del numero delle volanti che pattugliano il territorio e i controlli più serrati disposti nei confronti di pregiudicati, sorvegliati speciali, persone agli arresti domiciliari. ''Da alcuni mesi a Gela e a Niscemi opera una speciale commissione di studio del fenomeno'' dice il questore. 
''Proprio a Gela, d'intesa con il sindaco - aggiunge Piritore - abbiamo deciso di aumentare da 80 a 100 il numero delle telecamere del progetto-sicurezza denominato ''Città Futura'', che entrerà in esercizio entro la fine di maggio. L'occhio del 'Grande Fratello' non vigilerà solo nel centro storico ma anche in periferia, nei quartieri a rischio. Dalle centrali operative le forze dell'ordine controlleranno la città''.

Sia il dirigente di polizia che il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, lamentano però la scarsa collaborazione dei cittadini. ''Su 200-250 attentati incendiari che avvengono mediamente ogni anno a Gela - dice il sindaco - io non credo che a nessuno sia capitato di assistere, anche da lontano a uno di questi danneggiamenti''. E rivolge un appello alla cittadinanza perché collabori con le forze dell'ordine: ''Non ci sono alternative: o si è con la legge e la giustizia o si è conniventi con la criminalità''.

Fonte: La Sicilia, 3 Maggio 2005

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05 maggio 2005
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