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Aperta un'inchiesta sul caso del pensionato morto alla fermata del bus e rimasto a terra per tre ore

11 luglio 2006

Stava attendendo l'autobus per rientrare a casa, dopo essere andato al vicino mercato rionale della pescheria, nel centro di Catania, a fare un po' di spesa. All'improvviso si è sentito male: una fitta al torace, un dolore lancinante alla spalla. Un infarto del miocardio che gli ha procurato una morte istantanea. A nulla sono valsi i tentativi di soccorso prestati dai presenti. E' deceduto così un pensionato di 84 anni, G. C., una fine improvvisa quanto rapida.
Meno rapidi sono stati, per applicare le normali procedure burocratiche, il recupero della salma e il suo trasferimento nell'obitorio in ospedale della città per l'ispezione cadaverica del medico legale. Il corpo è infatti rimasto in strada per circa tre ore.

Quando è stato colto dal malore il pensionato era in via Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla piazza San Francesco di Paola, che i catanesi chiamano solitamente ma impropriamente piazza Cardinale Dusmet per la grande statua al suo centro eretta in ricordo del prelato. Sono state le persone che erano con lui alla fermata dell'autobus a cercare di soccorrerlo prima e di rianimarlo dopo. Tutto inutile: la morte per il pensionato è stata istantanea.
A nulla è valso l'arrivo in pochi minuti sul posto del personale medico e paramedico di un'ambulanza del 118 che altro non hanno potuto fare che constatarne il decesso e coprire la salma con un lenzuolo. Sono intervenute una volante della polizia e una pattuglia di vigili urbani, che hanno identificato l'uomo. E subito si è messa in moto la macchina burocratica che si attiva per questi casi. La prima è la ricerca dei familiari per avvertirli dell'accaduto, che pare non sia stata facile e abbia richiesto del tempo.
Un ritardo che ha influito sulle successive operazioni come l'avviso al magistrato di turno che deve disporre il trasferimento del corpo e l'intervento delle onoranze funebri del servizio cimiteriali del Comune. L'invio di fax da un ufficio all'altro e i tempi che gli interessati definiscono fisiologici hanno influito sul trasferimento della salma in obitorio. Il corpo è rimasto così a terra per tre ore, sul marciapiede coperto da un lenzuolo, tra la gente che passava incuriosita e, dopo avere saputo dell'accaduto, rivolgendo uno sguardo pietoso verso la salma.

''Non c'è stato alcun ritardo da parte dei mezzi dei servizi cimiteriali di Catania'', ha affermato l'assessore ai Servizi cimiteriali del comune di Catania Gianni Vasta. ''I responsabili dei nostri uffici - ha osservato l'assessore - mi hanno assicurato che il mezzo è stato inviato, senza perdere inutilmente neppure un minuto, appena è giunto il fax di autorizzazione da parte dell'autorità giudiziaria''.
''Siamo molto dispiaciuti per quanto è avvenuto - ha concluso Vasta - e chiediamo scusa ai familiari e all'intera cittadinanza. Sono cose che non dovrebbero mai accadere. Ma è anche vero che quello che è successo non è stato causato dall'inadempienza di qualcuno in maniera specifica ma solo dall'assurdità di una normale burocrazia''.

Intanto la Procura della Repubblica di Catania ha aperto una inchiesta sul caso. Titolare dell'indagine è il procuratore aggiunto Vincenzo Serpotta che ha delegato gli accertamenti alla sezione volanti della polizia. Secondo quanto si è appreso, la Procura vuole accertare se esistono responsabilità nei ritardi visto che il sostituto procuratore di turno avrebbe dato subito il parere positivo per il trasferimento della salma all'obitorio.

Fonte: La Sicilia

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11 luglio 2006
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