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Arrestati a Paternò alcuni esponenti della cosca Morabito-Stimolo accusati di estorsione

11 giugno 2008

Sette presunti appartenenti della cosca Morabito-Stimolo sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Paternò nell'ambito di un'operazione contro il racket del 'pizzo'. Nei confronti degli indagati il Gip di Catania Francesco D'Arrigo ipotizza il reato di associazione mafiosa, estorsione e violazione degli obblighi di soggiorno.
Le indagini dei militari dell'Arma, che si sono avvalsi anche di intercettazioni ambientali, hanno permesso di accertare cinque casi di estorsioni, ma altre, emerse dall'ascolto delle registrazioni compiute tramite microspie, sono al vaglio degli investigatori che nelle prossime settimane sentiranno le vittime.

Durante l'operazione i carabinieri hanno arrestato Antonino Rapisarda, di 38 anni, Giovanni Uccellatore, di 43, Francesco Musumarra, di 39, Daniele Claudio Magrì, di 29, Salvatore Messina, di 50, e Salvatore Stimoli, di 27. Il provvedimento è stato notificato in carcere dai militari dell'Arma a Vincenzo Stimoli, di 57 anni, già detenuto per altra causa.
Ad alcuni degli indagati è stato contestato anche il reato di violazione del soggiorno obbligato: sebbene avessero il divieto a uscire da Paternò si sarebbero recati a Motta Sant'Anastasia per partecipare a riunioni della cosca.
Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Agata Santonocito.

Emblematica la storia di un un imprenditore, che stanco delle vessazioni subite dal racket delle estorsioni, avrebbe reagito ferendo con un colpo di pistola uno dei sette arrestati. L'episodio è avvenuto il 16 gennaio del 2006 ma è emerso solo oggi grazie alle indagini dei carabinieri di Paternò. L'imprenditore, un rivenditore di auto, Mario Sbriglia, fu arrestato alcuni mesi dopo per tentativo di omicidio e condannato a cinque anni di reclusione.
L'uomo è uscito da pochi mesi, con tre anni condonati per l'indulto, ha lasciato Paternò e non ha rivelato il movente della sparatoria in sede processuale. Dalle intercettazioni ambientali dei carabinieri di Paternò sarebbe emerso che il clan Morabito-Stimoli aveva chiesto all'imprenditore la cessione gratuita di una 'Golf' come tangente. Ai continui dinieghi, la cosca avrebbe reagito facendolo picchiare. All'ultimo appuntamento Sbriglia si sarebbe presentato armato e avrebbe sparato a uno degli estorsori, Francesco Musumarra, di 39 anni,  tra gli arrestati dell'operazione di oggi, ferendolo a un polmone. [La Sicilia, 09/06/2008] 

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11 giugno 2008
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