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Crollano le strade siciliane: cercando i responsabili

Vi ricordate del crollo nei pressi del viadotto Scorciavacche sulla PA-AG? Ci sono 30 indagati

27 aprile 2015

Prima dell’ultimo eclatante e vergognoso crollo occorso alla viabilità stradale siciliana, il crollo del viadotto Himera lungo la A19 PA-CT che ha spaccato in due la Sicilia, a far arrossire di vergogna gli isolani - incolpevoli - (mentre mai si vede rossore di vergogna sulle gote dei responsabili) e a rasentare l’ennesima tragedia è stato il crollo del viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento.
Il crollo di questa tratta stradale colpì particolarmente perché, inaugurata il 23 dicembre, una parte della carreggiata sprofondò all’inizio di gennaio. Da Natale a Capodanno... (LEGGI)

Oggi, mentre i percorsi viari siciliani continuano a preoccupare, tra crolli, frane e percorsi alternativi impressionanti, la Procura della Repubblica di Termini Imerese (PA) ha iscritto nel registro degli indagato 30 personaggi accusati di attentato alla sicurezza dei trasporti per il crollo dello Scorciavacche.
Un'inchiesta a tutto campo quella della procura, che va dalla fase progettuale all'esecuzione dei lavori, e che coinvolge i vertici di Anas Sicilia.
Il procuratore Alfredo Morvillo e il pm Francesco Gualtieri hanno scoperto le carte e tra gli indagati figurano: il direttore di Anas Sicilia, collaudatori, tecnici e rappresentanti delle imprese che hanno eseguito i lavori.
La svolta è collegata a una richiesta di accertamenti tecnici che la Procura intende promuovere nella forma di un "incidente probatorio" perché si tratta di atti irripetibili. Il collasso della struttura, un rilevato su terrapieno, si è verificato il 30 dicembre 2014. L'opera era stata inaugurata alla vigilia di Natale con grande soddisfazione del presidente dell'Anas, ora dimissionario, Pietro Ciucci, perché i lavori erano stati conclusi tre mesi prima del termine indicato nel contratto di appalto.

L'opera era stata assegnata al consorzio di imprese "Bolognetta scpa" costituito da Cmc di Ravenna, Tecnis di Catania e Ccc di Bologna. Il cedimento della rampa (il viadotto vero e proprio non è stato interessato) aveva suscitato reazioni molto forti. Matteo Renzi in un tweet aveva chiesto il nome del responsabile e aveva concluso con un hastag indignato: #finitalafesta.
Secondo gli ispettori inviati in Sicilia dall'allora ministro Maurizio Lupi, il terrapieno su cui è stata costruita la rampa è risultato "non idoneo all'utilizzo rispetto alle condizioni stratigrafiche, geotecniche e idrauliche del territorio su cui è stato realizzato". La relazione è stata acquisita dai pm, insieme a quelle dei consulenti della Procura.

Ora le conclusioni dei tecnici sono poste alla base della decisione di iscrivere nel registro degli indagati non solo i vertici di Anas Sicilia ma anche responsabili tecnici e amministrativi della "Bolognetta", contraente generale per i lavori di ammodernamento della statale 121, e i responsabili tecnici e amministrativi della società "Icoler srl", sub-affidataria dei lavori di realizzazione del rilevato in terra rinforzata.
Gli altri indagati sono i tecnici e gli esperti che si sono occupati della progettazione definitiva, esecutiva e di dettaglio del lotto, il direttore dei lavori, il direttore operativo, i responsabili del procedimento pro-tempore dei lavori, i componenti dell'ufficio di Alta sorveglianza per conto dell'Anas. Si procede infine nei confronti dei presidenti dell'organo di collaudo che si sono succeduti nel corso dei lavori. [Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it]

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27 aprile 2015
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