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Gli operai Gesip vanno via dalla Cattedrale ma continueranno la protesta in strada

13 settembre 2012

Gli operai della Gesip, dopo otto giorni di occupazione della cattedrale di Palermo, hanno deciso  questa mattina di interrompere la protesta all'interno del Duomo. Sono 1.805 i dipendenti della partecipata dal Comune senza paga e senza lavoro dal primo settembre per la mancata proroga al contratto di servizio tra la società e il Comune.
Ma la protesta continua in strada. "Mi hanno chiamato per comunicarmi la loro decisione - dice padre Filippo Sarullo - Sono arrivato in cattedrale prima della celebrazione della messa e gli operai mi hanno chiesto di fare un giro per la chiesa per verificare se fosse tutto in ordine. Non ci sono stati danni". La zona monumentale del duomo (dove ci sono le tombe dei re normanni) che in questi giorni per motivi di sicurezza è stata interdetta a turisti e visitatori, è stata riaperta. "Ho offerto loro la colazione al bar - prosegue il parroco - e poi sono andati via".
Ma i manifestanti sono determinati ad andare avanti: "Abbiamo voluto interrompere l'occupazione - dice Pietro Giannotta della Cisal - per evitare strumentalizzazioni, continueremo con altre forme e adesso decideremo quali".

Intanto, dopo i blocchi stradali di ieri a macchia di leopardo in tutta Palermo, davanti Palazzo delle Aquile, sede del Comune, una cinquantina di operai sta bloccando via Maqueda. Per impedire ai manifestanti di proseguire verso corso Vittorio Emanuele e verso la zona della stazione, a circondarli ci sono due cordoni di polizia con gli agenti schierati in tenuta antisommossa. Oltre ai lavoratori della Gesip, in piazza c'è anche un gruppo di giovani dei centri sociali.
Nella notte è stato arrestato un operaio, si chiama Giacomo Giaconia e pare che in passato sia stato già diffidato dalla questura dal partecipare a proteste di piazza. L'operaio è stato arrestato per inosservanza degli obblighi della misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Secondo la polizia Giaconia, dipendente Gesip, durante altre manifestazioni a tutela del lavoro, "si era distinto per avere assunto il ruolo di fomentatore di violenze ed illegittime forme di protesta sfociate in reati di danneggiamento ed incendio per i quali era stato denunciato". Il questore di Palermo aveva proposto all'autorità giudiziaria, l'applicazione della  misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale che era stata poi emessa dal tribunale. Il dipendente Gesip avrebbe invece partecipato alle manifestazioni di protesta. La polizia ha inoltre fermato e denunciato, per danneggiamento aggravato, altri due operai Gesip che stavano incendiando cassonetti dei rifiuti in corso Vittorio Emanuele.

"Il Governo e l'Amministrazione non possono ascoltare solo i manifestanti violenti" - Riccardo Nuti, ex candidato sindaco di Palermo per il Movimento 5 Stelle, manifesta dissenso sugli ultimi episodi violenti che vedono protagonisti i dipendenti Gesip: "Quanto accade in questi giorni con la Gesip, si ripete da anni. Dobbiamo chiederci se è normale che una città divenga ostaggio di un'azienda improduttiva, in perdita per quasi un milione di euro al mese e con i risultati pessimi di questi anni. Il Governo non può accettare passivamente che queste persone blocchino una città senza far rispettare lo stato di diritto, senza tenere conto delle regole minime del vivere civile".
Nuti ribadisce la linea, già dichiarata nella scorsa campagna elettorale, sulla questione Gesip: "A chi sostiene che fra queste persone ci sono famiglie in difficoltà ricordo che, a fronte degli sprechi immensi di questa azienda, ci sono miglia di persone disoccupate, di ragazzi che sono emigrati eppure non hanno mai usato questi mezzi violenti, né hanno mai preteso con arroganza un posto di lavoro".
Continua: "Il Governo e l'Amministrazione non possono ascoltare solo i manifestanti violenti, devono ascoltare sopratutto chi, civilmente, oggi si oppone alle "promozioni" date a queste aziende in perdita attraverso l’esborso di soldi pubblici, liberateci da questo ricatto!".

Il M5S Palermo condanna in toto la politica delle promesse di campagna elettorale così come del voto clientelare, poiché questi episodi di pura prepotenza sono solo la conseguenza di ciò che era ampiamente prevedibile. La politica scellerata anti-cittadino continua tuttora a far credere che "nessun dipendente Gesip rischia il posto di lavoro".  Allora puntualizza Nuti: "Bisogna capovolgere la visione: prima si chiarisce quante persone servono per avere servizi di alta qualità e poi si sceglie il personale adatto con la massima trasparenza e senza nessuna subdola concessione".
Conclude provocatoriamente Riccardo Nuti: "Cosa accadrebbe se domani dovessero manifestare i palermitani onesti e laboriosi in maniera civile contro questo incubo?".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Ufficio Stampa M5S Palermo]

- La rabbia dei lavoratori Gesip (Guidasicilia.it, 12/09/12)

 

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13 settembre 2012
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