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La riflessione del Presidente della CNA Provinciale di Enna sugli appalti truccati

30 marzo 2006

A seguito della massiccia operazione condotta dalla polizia ennese sul sistema di partecipazione alle gare pubbliche che ha coinvolto un numero consistente di piccole imprese edili operanti nella provincia di Enna, ed in particolare in una specifica area del territorio (leggi), è stata convocata ieri una riunione della Presidenza della CNA Provinciale di Enna per fare una riflessione a caldo sull'accaduto.
A conclusione della riunione il Presidente Provinciale della CNA di Enna, Antonino Palma ha rilasciato la seguente dichiarazione:
La CNA quale organizzazione di categoria che associa un gran numero di piccole imprese edili ribadisce con forza la propria posizione a difesa della legalità e di quelle imprese sane che sono le prime vittime di comportamenti illeciti tesi a contaminare la leale competizione nel settore degli appalti pubblici.
Purtroppo l'appello che proveniva dalle stesse organizzazioni di categoria al parlamento siciliano sulla necessità di regole più adeguate per prevenire e scoraggiare quei fenomeni che da tempo sono presenti nel campo degli appalti e che oggi sono sotto gli occhi di tutti, è stato per troppo tempo disatteso. La recente legge sugli appalti conferma quanto era necessario ed improrogabile un intervento teso a rendere più oggettivo e trasparente il percorso delle gare e la loro aggiudicazione, la diminuzione del livello dei ribassi, l’applicazione della legislazione nazionale in materia di garanzie oltre a favorire il pieno funzionamento della stazione unica appaltante anche per gli appalti di minore importo.

Analizzando alcuni aspetti che sono emersi già dalla prima fase di questa operazione e cioè l'entità del fenomeno, il fatto che non è soltanto locale ma, come dice la stessa magistratura, è presente in altre realtà territoriali, il grado di coinvolgimento che arriva a toccare anche imprese di modestissime dimensioni e il danno sociale prima che economico che ne deriva, diventa indifferibile una seria ed ampia riflessione che deve coinvolgere tutti coloro i quali hanno responsabilità politiche, sindacali ed istituzionali.

Mentre la giustizia fa il proprio corso, appurando il grado di coinvolgimento e la rilevanza penale o meno del comportamento dei vari soggetti coinvolti, c'è la necessità di mettere a fuoco una strategia preventiva tesa a rivedere le regole, ad esaltare la parte buona della nostra imprenditoria e a sostenerne soprattutto la parte più debole, che, possibilmente, sentendosi minacciata nella propria sopravvivenza, potrebbe essere indotta erroneamente ad operare ai margini della legalità.

Noi non possiamo permettere che ciò avvenga e dobbiamo trovare gli strumenti idonei per consentire anche alle imprese più piccole di poter concorrere ai pubblici appalti senza il rischio di essere sopraffatte o di essere contaminate e coinvolte in comportamenti che sino a poco tempo fa erano estranee al nostro mondo, contraddistinto per lo più da piccoli imprenditori artigiani laboriosi ed onesti.
Come associazione che rappresenta l'artigianato delle costruzioni, vogliamo evitare che questo fenomeno dilaghi e che si ceda alla tentazione di criminalizzare l'intera categoria pertanto siamo pronti al confronto e a continuare a dare il nostro contributo di idee, il nostro convinto sostegno a tutti coloro che vorranno difendere le esigenze delle strutture imprenditoriali di minori dimensioni, in una logica di trasparenza del mercato.

Fonte: ViviEnna.it

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30 marzo 2006
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