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La tragedia di Macalube

Tragica esplosione alla riserva di Aragona. Morti due fratellini. "Omicidio colposo senza indagati"

29 settembre 2014

AGGIORNAMENTO - Si è svolto oggi presso la Presidenza della Regione, un vertice per esaminare la questione di Macalube di Aragona e le questioni legate alle zone a rischio interessate dal fenomeno dei vulcanelli, alla presenza del presidente, Rosario Crocetta, dell'assessore al Territorio e Ambiente, Piergiorgio Gerratana, e dei direttori dei dipartimenti Territorio e Ambiente, Protezione Civile e dei relativi staff.
Nel corso dell'incontro è emerso che la zona teatro dell'incidente, è gestita interamente da Legambiente ed in particolare il luogo specifico dove si trovavano le vittime, è destinato esclusivamente all'accesso per ricerche scientifiche. Il presidente della Regione e l'assessore hanno rappresentato ai direttori la necessità immediata di chiudere l'accesso per il pubblico a tutte le riserve interessate dal fenomeno dei vulcanelli in Sicilia, di affidare la custodia di tali zone al Corpo Forestale e non a volontari, di provvedere alla recinzione di tutte le aree interessate, di affidare all'istituto di vulcanologia uno studio per la valutazione dei rischi.
Nei prossimi giorni la riserva verrà interessata da ispezioni tecniche ed amministrative che dovranno valutare ciò che è accaduto.
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Questa mattina, al quinto piano del Palazzo di giustizia di Agrigento, si è volto un vertice tra magistrati e carabinieri sulla tragedia di sabato nella riserva naturale delle Macalube ad Aragona (AG), dove l'esplosione di un vulcanello è costata la vita a due fratellini di 7 e 9 anni, Laura e Carmelo, sepolti da una montagna di fango. Salvato il padre, l'appuntato dei carabinieri Rosario Mulone.
Presenti in procura il sostituto Carlo Cinque, che è titolare del fascicolo di inchiesta, il procuratore Renato Di Natale e l'aggiunto Ignazio Fonzo. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti - ma se, come è probabile, i magistrati decideranno di ordinare delle perizie è pressoché scontato che ci saranno indagati - mentre le ipotesi di reato sono di omicidio colposo plurimo, disastro ambientale e omissione di atti d'ufficio in ordine alle presunte mancate verifiche e agli omessi controlli sulla pericolosità del sito.

La tragedia - Un'esplosione improvvisa, una colonna di fango che zampilla e schizza come se una bomba fosse caduta sul terreno, il terrore e le grida dei turisti. È questa la scena avvenuta sabato scorso verso le 12.30 nella riserva naturale di Macalube d'Aragona dove un cosiddetto "vulcanello freddo" è improvvisamente esploso eruttando gas e fango e coinvolgendo una famiglia di Joppolo Giancaxio: morti una bambina di 7 anni e il fratellino di 9 anni, ritrovato dopo diverse ore dai soccorritori, mentre il padre Rosario Mulone, carabiniere di 46 anni, si è salvato. Sabato era il compleanno del bambino ed era stato proprio il festeggiato a chiedere al padre di portarlo a vedere quello strano e affascinante fenomeno naturale. Ai piedi della collina della tragedia la madre, Giovanna Lucchese, 45 anni, che disperata invocando il nome dei suoi due figli.
L'esplosione sarebbe avvenuta in una zona in cui è consentito il passaggio delle persone senza alcuna precauzione. Per le ricerche sono utilizzati anche cani soccorritori. Alle ricerche ha partecipato anche il sindaco di Aragona Salvatore Parello.

Le polemiche e le responsabilità - Il governatore Rosario Crocetta ha ordinato alla Protezione civile e al dipartimento Ambiente della Regione di sospendere immediatamente gli accessi nella riserva. La Regione ha inoltre stabilito di istituire una commissione d'inchiesta. Gli incarichi saranno affidati lunedì prossimo.
La riserva è gestita da Legambiente. "Non avevamo registrato un preallarme di alcun tipo, mezz'ora prima i nostri operatori erano sulla collina dei vulcanelli e tutto era normale. All'improvviso poi è accaduta la tragedia", ha dichiarato Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente e direttore della riserva Macalube. "La massa di fango e argilla è stata provocata dal ribaltamento dell'intera collina dei vulcanelli", ha spiegato Fontana.
"I vulcanelli si trovavano in cima alla collina - aggiunge il direttore della riserva -, l'esplosione ha provocato quello che viene definito "il ribaltamento": la collina in sostanza è collassata su se stessa, creando un'area fangosa con un diametro di alcune centinaia di metri. Al momento dell'esplosione il genitore con i due figli si trovava proprio sulla collina, mentre altri turisti erano più lontani".
Nella riserva, a 4 km dal centro abitato di Aragona e a 15 da Agrigento, vi sono pozze di fango argilloso che sobbollono e a volte avvengono eruzioni di grossa entità a causa del metano presente nel sottosuolo con espulsione di fango caldo, gas e acqua.

Mimmo Fontana, ha ribadito la "imprevedibilità dell'evento" e ha anche respinto le accuse del dirigente generale del dipartimento Ambiente della Regione Gaetano Gullo, secondo cui Legambiente aveva i fondi per dotarsi delle centraline di monitoraggio: "La convenzione con la Regione - ha aggiunto Fontana - prevede che Legambiente possa limitare la fruizione per motivazioni di urgenza e necessità come è avvenuto quando sono stati rilevati fattori che potevano determinare l'aumento del rischio per la pubblica incolumità. E' doveroso distinguere tra pericolo e rischio. Il fenomeno è pericoloso, ma i rischi possono essere contenuti, come è avvenuto in questi 18 anni, in cui circa 200.000 persone hanno visitato i vulcanelli". Ma Fontana ha anche spiegato un altro aspetto scientifico: "Stiamo registrando emissioni di gas caldo, cosa mai accaduta in precedenza".
Alcune fratture e altri segnali visibili sul terreno indussero il gestore della riserva a interdire l'area per 15 giorni appena un mese fa: "Ad agosto abbiamo registrato delle lesioni e abbiamo deciso di sospendere gli ingressi mettendo dei cartelli, anche se - spiega Fontana - non possiamo impedire l'accesso perché parliamo di una riserva pubblica: noi facciamo da guida a chi lo richiede, ma non possiamo impedire gli accessi, una media di 10 mila visitatori all'anno".
Secondo il dirigente generale del Dipartimento Territorio della Regione, Gaetano Gullo, "le accuse alla Regione sono assolutamente fuori luogo". "È uno scarica barile stupido - aggiunge - I vulcanelli non hanno mai rappresentato un problema e quanto accaduto non era prevedibile, ma è ingiusto scaricare responsabilità, ognuno si assuma le proprie". Per le gestione della riserva di Macalube, Legambiente riceverebbe circa 100 mila euro all'anno.

Il giorno del dolore - Il giorno dopo la tragedia, su un paletto che delimita l'ingresso della riserva Maccalube, qualcuno ha appeso due piccoli peluche, unico contrasto cromatico in un paesaggio in cui prevale il grigio dell'argilla e che si è fatto deserto dopo che la procura ha disposto il sequestro dell'area. E deserte sono anche le strade di Aragona, una comunità che comincia ad elaborare il lutto per la morte di Carmelo e di Laura.
Quei terribili momenti rimarranno per sempre negli occhi di Rosario Mulone, il papà di Carmelo e Laura, miracolosamente scampato alla morte e da sabato ricoverato all'ospedale San Giovanni Di Dio ad Agrigento, il nosocomio che un paio d'anni fa rischiò la chiusura a causa dell'inchiesta sul calcestruzzo depotenziato che sarebbe stato usato per la sua costruzione. Assistito da medici e da un'equipe di psicologi, Rosario ha passato la notte in una stanza del nosocomio insieme alla moglie Giovanna.
Ieri mattina era seduto a un tavolo nel reparto di Medicina riabilitativa, i dorsi delle mani poggiati sulle gambe, lo sguardo perso nel vuoto, mentre le gocce di una flebo scandivano il tempo che difficilmente sanerà le ferite che porta dentro di sé. "Perché non sono riuscito a salvarli?", è la domanda che rivolge a se stesso e ai parenti che si danno il cambio per non lasciarlo mai da solo. E insieme alla moglie chiede al cappellano militare della Legione carabinieri che li assiste, padre Salvatore Falzone, la ragione di questa tragedia. Rosario ripassa quei terribili momenti e racconta: "Li tenevo per mano, poi l'esplosione". E ogni volta che quei confusi fotogrammi gli ritornano alla mente, scoppia in lacrime.
Laura e Carmelo sono nell'obitorio del San Giovanni Di Dio, in attesa dei funerali che si dovrebbero svolgere ad Aragona, nella chiesa Madonna di Pompei, domani pomeriggio. È stata la mamma dei piccoli a scegliere il luogo, dove Carmelo ha frequentato il catechismo. Il bambino era iscritto alla quarta nella scuola Fantes Episcopi, mentre la sorellina andava alla Mercede, in seconda.

Tragedia di Macalube: si poteva prevenire? (un video)
di Agostino Spataro

Stranamente, alcune autorità e responsabili amministrativi intervenendo sulla tragedia di Macalube hanno, sostanzialmente, sostenuto che il disastro era imprevedibile, anche perché, in tempi recenti, non si era verificato, un ribaltamento simile all'odierno. In realtà, così non è. Come ben sanno i contadini della zona e le popolazioni dei due comuni limitrofi di Aragona e di Ioppolo Giancaxio, i ribaltamenti, anche molto più virulenti di quello odierno, si sono verificati da sempre, come dimostra l'allegato video del 13 maggio 2008 (dato dall'emittente agrigentina "Teleacras") che, ha consentito di filmare, per la prima volta, lo sconvolgimento dell'area su cui insistono i "vulcanelli". Per altro, la notizia di tale video l'ho richiamata lo scorso 10 settembre sul mio blog. Insomma, i precedenti ci sono stati. Chi avrebbe dovuto intervenire per prevenire poteva farlo.

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29 settembre 2014
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