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Marcello Dell'Utri "in cella ha perso 12 chili"

L'avvocato dell'ex braccio destro di Berlusconi, in carcere dal maggio scorso, denuncia il cattivo stato di salute del suo assistito

26 gennaio 2015

"Marcello Dell’Utri in cella è dimagrito moltissimo, mangia poco, negli ultimi mesi ha perso più di dodici chili. E’ sciupato, soffre di pressione alta e di problemi di cuore. Insomma, sta veramente male".
A raccontare le condizioni di salute dell’ex senatore ed ex braccio destro di Silvio Berlusconi è il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Di Peri, che lo ha rappresentato, fin dall’inizio, più di venti anni fa, nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa, culminato con la condanna definitiva a sette anni di carcere, arrivata il 9 maggio del 2014.

Dell’Utri, che a settembre compirà 74 anni, è detenuto in una cella di pochi metri quadri nel carcere di massima sicurezza di Parma.
"Già, quando è entrato in carcere il suo quadro clinico era preoccupante - ha spiegato l’avvocato Giuseppe Di Peri all’Adnkronos - e la condizione carceraria, indubbiamente, influisce in maniera negativa sul suo stato di salute psicofisico. In poche parole, non si può dire che stia bene".
Dell’Utri è in una cella da solo, ma non è in isolamento. All’interno della cella c’è anche un piccolo televisore, ma "non lo può vedere perché è all’interno di una gabbia, per evitare che possa essere estratta. Insomma, per problemi di sicurezza...".
Giuseppe Di Peri è andato a trovare Dell’Utri una settimana fa. "Dal punto di vista psicologico cerca di reagire - spiega il legale - ma è in una condizione clinica che deve sempre tenere sotto controllo. I problemi cardiaci e pressori, di cui soffre da tempo, sono peggiorati ulteriormente".

L’ex senatore di Forza Italia, tra i fondatori del partito di Berlusconi nel 1994, vede una volta la settimana la moglie e i figli. "Durante la giornata legge, ma per ora è molto impegnato a ricevere lettere, non solo da persone che lo conoscono ma anche e soprattutto da gente estranea".
"Gli dimostrano tanta solidarietà e gli dicono di tenere duro - ha raccontato il difensore - Lui risponde a tutte le lettere. Proprio a tutte. Incredibile. Gli scrivono da tutta Italia". E poi riceve molte visite da deputati e senatori, a cui è consentito entrare in carcere per fare visita ai detenuti.
"Marcello Dell’Utri patisce in maniera particolare la segregazione carceraria in un regime di massima sicurezza, sicuramente inadeguata alla sua particolare mitezza", ha detto ancora l’avvocato Di Peri. "In quel carcere c’è il gotha di Cosa nostra, fino a pochi mesi fa c’era pure il boss Totò Riina - ha spiegato Di Peri - anche se Dell’Utri non ha alcun contatto con i detenuti al 41 bis".

La Corte di Cassazione ha confermato il 9 maggio scorso la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Dell’Utri, facendo così diventare definitiva la condanna emessa in secondo grado il 25 marzo 2013 dalla Corte d’Appello di Palermo.
Il suo legale aveva anche annunciato il ricorso "alla Corte Europea di Strasburgo per verificare se questo procedimento ha camminato nei giusti binari".
Un mese prima della condanna definitiva Dell’Utri era stato arrestato in Libano, a Beirut, dove si era rifugiato. Poi, il 13 giugno 2014, è stato estradato in Italia. Da allora è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Parma. [Adnkronos]

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26 gennaio 2015
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