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Memorie dagli abissi

Arresti in tutta Italia nell'inchiesta sulla strage di Lampedusa, nella quale, lo scorso ottobre, morirono 366 migranti

01 luglio 2014

La polizia di Stato, nell'ambito dell'operazione "Glauco" - sulla strage di Lampedusa del 3 ottobre del 2013, quando morirono 366 migranti - ha fermato cinque persone in varie città d'Italia (Agrigento, Catania, Milano, Roma e Torino), mentre altre quattro sarebbero ricercate. Due indagati sono in Africa, uno in Svezia e il quarto a Roma.
Sono state svolte diverse perquisizioni e gli investigatori hanno sequestrato denaro in contante, documenti su trasferimento di soldi attraverso money transfer e altro materiale utile per le indagini.

I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Palermo nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonché di favoreggiamento dell'immigrazione e della permanenza clandestina, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio malavitoso.

Le indagini, avviate dopo il tragico naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa e nel quale persero la vita almeno 366 migranti, hanno consentito di ricostruire le rotte e le tappe intermedie (caratterizzate spesso da stupri di massa e segregazioni) di quello e di numerosi altri terribili viaggi della speranza compiuti da centinaia di migranti, spinti e sfruttati durante le peregrinazioni, dai componenti di un pericoloso network malavitoso transnazionale, composto da soggetti eritrei, etiopi e sudanesi, i cui principali esponenti sono anch'essi destinatari del provvedimento restrittivo. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono un cittadino etiope e uno sudanese, ritenuti, da tempo, tra i più pericolosi e importanti trafficanti di migranti. In particolare, è emerso che quest'ultimo aveva il ruolo di raccogliere a Khartoum (Sudan) una consistente parte di migranti che venivano trasferiti, spesso con modalità vessatorie, a Tripoli (Libia), dove l'altro, dopo averli tenuti segregati in diverse abitazioni, di cui ha la disponibilità, li faceva imbarcare su natanti fatiscenti diretti verso le coste siciliane.

"Inshallah! Così ha voluto Allah", dicono i trafficanti intercettati. Nessuna parola di pietà per le vittime dopo il naufragio davanti all'Isola dei conigli. Oltre tremila le intercettazioni compiute: ne esce il quadro agghiacciante di un'attività svolta senza scrupoli da gente che considera il traffico di uomini alla stregua di un lavoro redditizio e sicuro. Tanto che uno di loro dice di non volere lasciare la Sicilia perché "per me l'America è qui".

Anche attraverso mirate attività tecniche è stato possibile verificare come l'attività di reclutamento e trasporto in Italia di consistenti flussi di migranti trovasse un importante appendice nel nostro Paese in attive ed efficienti "cellule" eritree, capaci di favorire la permanenza degli extracomunitari e prepararne l'approdo in altri stati del nord Europa e del Nord America.

Intanto è previsto per le 22 di oggi, nel porto di Pozzallo, l'arrivo di nave Grecale, l'imbarcazione della marina militare con a bordo 566 migranti salvati in due interventi di soccorso e che ha a rimorchio il peschereccio sul quale ci sono i cadaveri di una trentina di uomini dell'Africa centrale. A rallentare la navigazione sono il mare forte e le cattive condizioni del motopesca. Sul peschereccio ci sarebbero stati momenti di forte tensione tra centro africani e siriani. I primi contrasti sarebbero nati perché all'inizio del viaggio il timoniere avrebbe sbagliato rotta e successivamente perché, secondo i racconti di alcuni testimoni, dei cittadini del centro Africa avrebbero fatto delle avance non gradite a donne siriane.
Secondo le prime tesi investigative, la morte dei 30 migranti sarebbe dovuto al sovraffollamento del peschereccio, sul quale c'erano circa 600 persone. Molti giovani centroafricani sarebbero rimasti schiacciati dagli altri passeggeri e bloccati nella sala macchine del motopesca avrebbero inalato monossido di carbonio emesso dai motori.
Ieri a Pozzallo sono arrivati 353 dei circa 600 extracomunitari, compresi molti bambini, alcuni dei quali neonati, e tante donne. Sono stati condotti nel centro di prima accoglienza realizzato nel porto del Ragusa. La squadra mobile della polizia di stato ha continuato gli interrogatori dei migranti arrivati per identificare eventuali scafisti. L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Ragusa.

E all'alba è approdata nel porto di Palermo la nave mercantile Mar Atlantic, battente bandiera delle isole Marshall, con 235 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Tra di loro anche 25 donne, una delle quali incinta, e quattro minori.
Al molo operano i sanitari dell'Asp 6, i volontari della Croce Rossa e gli operatori dell'ufficio Attività sociali del Comune che prenderanno in carico i quattro minori. Gli altri saranno distribuiti per lo più nelle strutture della Caritas che hanno già accolto oltre 500 persone giunte in città con lo sbarco di due settimane fa.
Arrivo anche nel porto di Catania dove è approdata la nave della Marina militare 'Orione' con a bordo 396 immigrati salvati durante l'operazione 'Mare nostrum'. Tutto pronto per le operazioni di sbarco. Tra i profughi, sedicenti siriani, nigeriani e pakistani, ci sono uomini, donne e bambini.

- TRAGEDIA SENZA PRECEDENTI (Guidasicilia.it, 03/10/13)

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01 luglio 2014
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