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Mentre il ''Giardino della Memoria'' si arricchisce di un altro albero, la mafia continua a tessere trame assassine

Il boss dei boss, Bernardo Provenzano, avrebbe un piano per uccidere il Procurato Pietro Grasso

04 gennaio 2005

Mentre domani a Palermo verrà piantato nel ''Giardino della memoria'' * di Ciaculli un albero per ricordare il giornalista e scrittore Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia il 5 gennaio del 1984, il boss dei boss, la "primula rossa" Bernardo Provenzano, alza il tiro e finiscono nel mirino il procuratore di Palermo, Pietro Grasso, il sostituto procuratore di Roma, Luca Tescaroli, e un confidente che collabora con le forze dell'ordine per la cattura del pericoloso e inafferrabile latitante.

L'inquietante rivelazione è stata fatta da un anonimo boss mafioso, che avrebbe reso noti particolari segretissimi, conosciuti soltanto da alcuni magistrati e investigatori che danno la caccia a Provenzano. Lo ha fatto con una missiva inviata alla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, in cui si parla di un summit nel corso del quale i capimafia di Agrigento, Catania e Palermo, avrebbero deciso l'eliminazione dei due magistrati e del confidente di cui l'anonimo farebbe anche nome e cognome.
Secondo quanto scrive nella lettera, Provenzano conoscerebbe tutti gli uomini che collaborano per la sua cattura, alla quale sarebbe peraltro sfuggito all'ultimo momento grazie alla soffiata di ''appartenenti alle forze dell'ordine''. Secondo l'anonimo boss, che afferma di fare parte della ''nuova Cosa nostra di Caltanissetta'', i capi mafia avrebbero deciso di catturare vivi Tescaroli e il confidente, e di ucciderli successivamente. Per Grasso, invece, il cui rapimento sarebbe reso più complicato dalle imponenti misure di sicurezza, la mafia avrebbe progettato un attentato ''come per Falcone e Borsellino''.

La missiva, che i magistrati considererebbero molto attendibile per via dei particolari e riferimenti cui fa cenno, e che ora sarebbe agli atti della procura di Caltanissetta, affermerebbe che Cosa nostra ha deciso di affidare l'esecuzione del pm di Roma alle 'ndrine calabresi, quella del confidente ai clan catanesi e quella di Grasso ''che dà molto fastidio a Provenzano'', direttamente ''ai palermitani. Zu Binnu - scrive - ce l'ha con il procuratore di Palermo per quello che sta facendo anche a Bagheria. Spero che con questa mia lettera si possa evitare quello che è successo a Falcone e Borsellino''.

''E' una lettera anonima di vecchia data, secondo noi scarsamente attendibile. Il fatto stesso che sia stata segnalata da un anonimo lascia il tempo che trova''. Il procuratore aggiunto della Dda di Caltanissetta, Renato Di Natale, commenta così l'indiscrezione circa un progetto di attentato ai danni del procuratore di Palermo Pietro Grasso, del sostituto procuratore di Roma Luca Tescaroli e di un confidente che avrebbe collaborato nelle ricerche del boss Bernardo Provenzano.
''La lettera - ha dichiarato il procuratore Di Natale - risale a un anno fa. In questi mesi abbiamo fatto delle verifiche attraverso le nostre fonti, inoltre abbiamo segnalato il caso sia alle autorità di protezione che a quelle territorialmente competenti, informando naturalmente anche i colleghi Grasso e Tescaroli. Dagli accertamenti condotti dalla Dda, tuttavia, non è emerso nulla di rilevante''.

* Il Giardino della Memoria sorge a Palermo nella zona dei Ciaculli, in un terreno vasto 25 mila metri quadrati confiscato nel 1998 all'indiziato mafioso Paolo Greco. Ogni anno in questo giardino ceduto al Comune di Palermo, viene piantato un albero per ricordare tutte le vittime cadute per mano mafiosa. Lo scorso anno il primo albero è stato dedicato al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta uccisi in via D'Amelio

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04 gennaio 2005
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