Novantatré persone a giudizio per lo scandalo dei ''diplomifci'' del ragusano
Per la procura di Modica (RG) sono 93 le persone da mandare a giudizio per lo scandalo dei diplomi facili scoppiato in relazione agli esami di maturità 2005 negli Istituti tecnici commerciali parificati Europa di Modica, Marconi di Vittoria e Gentile di Vizzini.
Un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato infatti recapitato agli indagati: sono 31 studenti e 62 tra dirigenti, amministratori, dipendenti, collaboratori dei tre istituti e 24 docenti membri delle tre commissioni degli esami di stato: due presiedute da Antonino Nasisi ed una, quella dell'istituto Europa, da Giorgio Spadaro.
Per i commissari, accusati di avere ammesso candidati che avevano frequentato solo pochi giorni durante l'anno scolastico, e in qualche caso di avere violato il limite del numero massimo consentito per ogni commissione, l'imputazione è abuso d'ufficio. Più pesante quella contestata ai coniugi Sebastiano Mignacca e Giovanna D'Izzia, amministratori unici della società 'Ge.Ma.D srl' che gestiva gli istituti di Modica e Vittoria, e della 'Si.Pla.S srl' che gestiva l'istituto di Vizzini. I due, insieme al figlio Vincenzo Mignacca, collaboratore di segreteria dell'Istituto Europa e ad altre 17 persone, devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata ''alla consumazione di un numero indeterminato di delitti contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica''.
L'imputazione riguarda dirigenti scolastici, titolari di centri di preparazione agli esami e procacciatori di alunni tra cui una dipendente del Magistrale di Vittoria, Esterina D'Izzia, la quale, secondo l'accusa, avrebbe segnalato quelli bocciati nella scuola pubblica alla sorella Giovanna e agli istituti gestiti dal cognato, Sebastiano Mignacca. Quest'ultimo, insieme a due impiegate dell'Istituto Europa, Sonia Gerratana e Rosanna Spadaro, è accusato anche di truffa per avere preso 2 mila euro da una candidata facendole credere di essere presentata agli esami come interna, mentre in realtà era esterna.
Ad alcuni studenti, provenienti da varie province della Sicilia e della Calabria, e ai preparatori scolastici sono contestati i reati di falsità ideologica e uso di atto falso. Nella prova di italiano e in quella di economia aziendale - secondo quanto emerso dalle indagini - furono introdotti in aula elaborati ad hoc ricopiati dai candidati o presentati direttamente. [La Sicilia]