Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Quelli che tradiscono il nome di Allah

In Sicilia è caccia ai migranti sospettati di essere terroristi islamici arrivati a bordo delle "carrette delle speranza"

23 gennaio 2015

La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta sull'uomo albanese fermato ieri dalla polizia all'aeroporto di Fontanarossa mentre tentava di imbarcarsi su un volo per Londra, con un documento falsificato, dopo avere passato i controlli con il suo passaporto e un carta per salire su un aereo per Bucarest.
L’albanese, di 30 anni, aveva un biglietto per Londra comprato su internet con falsi documenti, si è presentato al check in di un volo per Bucarest con il suo documento originale e ha avuto la carta d'imbarco. Passati i controlli, però, l'uomo invece di andare al gate da dove partiva il volo per la Romania, si è diretto verso il gate per Londra: aveva un'altra carta d'imbarco stampata online dopo avere acquistato in rete un biglietto per la capitale della Gran Bretagna con documenti falsi. Quando gli agenti di polizia, insospettiti dall'atteggiamento insofferente dell'albanese lo hanno pedinato e successivamente perquisito, gli hanno trovato una carta d'identità intestata a un cittadino italiano che era contraffatta in alcuni dati personali e riportava una fotografia dell'albanese coperta da una pellicola trasparente di sicurezza. L'albanese aveva una pen drive in cui erano salvate alcune sue foto con un'altra persona mentre tenevano dei kalashnikov. Nella pen drive sono poi stati trovati altri file contenenti documenti d'identità di altre nazionalità alcune dei quali avevano già la foto dell'albanese, che sono ora al vaglio degli investigatori dell'antiterrorismo per capire la provenienza.
Il procuratore Giovanni Salvi ha delegato le indagini anche alla polizia postale per accertamenti su laptop e sulla pen drive che sono stati sequestrati all'albanese dalla polizia di frontiera nello scalo.

In Sicilia è sempre più caccia ai migranti sospetti. L'inchiesta della Procura di Palermo, coordinata dall'aggiunto Leonardo Agueci e dal pm Gery Ferrara, che ha preso le mosse da informative dei Servizi segreti sul rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti che, a migliaia, ormai quasi quotidianamente, sbarcano in Sicilia punta su due obiettivi: scoprire se tra chi affronta i pericoli del viaggio della speranza si nascondano jihadisti e se sull'isola esistano cellule terroristiche pronte a fornire loro supporto logistico.
L'indagine, ancora alle battute iniziali e coperta da un comprensibile riserbo, avrebbe già offerto ai magistrati, che da mesi indagano anche sulle organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani, degli spunti interessanti. Ad esempio sulle nazioni di provenienza dei potenziali terroristi, originari prevalentemente da Siria e Libia. Per loro la Sicilia è la porta d'ingresso attraverso la quale poi puntare al nord Europa.

Solo nel 2014 sull'isola sono approdati 197 mila migranti: un numero enorme - dicono gli inquirenti - che moltiplica il pericolo. Alcuni dei sospetti, che per i pm avrebbero una grossa disponibilità di armi, avrebbero già lasciato il territorio italiano, altri si troverebbero ancora nel Paese. E, a confermare che l'allarme degli 007 sarebbe molto più che una generica allerta, sarebbero le foto scoperte sui cellulari di alcuni migranti e le immagini da loro postate sui social. I volti coperti da un cappuccio nero, in mano kalashnikov e armi pesanti: si sono fatti fotografare in assetto da guerra. Gli scatti, archiviati sui telefonini sequestrati al momento dello sbarco o finiti su Facebook, fanno parte ora del fascicolo aperto dalla Procura di Palermo.

Il rischio infiltrazioni ha chiaramente fatto salire la soglia di attenzione degli investigatori sui posti frequentati dai migranti che vivono in Sicilia. Moschee come quella di Villabate, una delle più grandi e affollate dell'isola alle porte di Palermo, e altri luoghi di ritrovo che vengono costantemente tenuti sotto controllo. Lo scopo è scoprire se qualcuno fornisce assistenza materiale e denaro ai potenziali terroristi.
L'attività investigative è top secret, ma secondo indiscrezioni, nelle conversazioni dei sospetti, intercettate, non mancherebbero spunti a fatti di attualità come la strage a Charlie Hebdo.

Intanto nel Canale di Sicilia si è consumata l’ennesima tragedia dell’immigrazione. Un gommone con oltre un centinaio di profughi a bordo è naufragato a circa 40 miglia a Sud Ovest di Malta. Solo 85 di loro sono stati tratti in salvo dalle motovedette della Marina Maltese, mentre una ventina risultano ufficialmente dispersi, anche se quasi certamente sono annegati. Uno dei migranti salvati è successivamente deceduto all’ospedale Mater Dei de La Valletta. Due suoi compagni sono ricoverati nello stesso ospedale in gravissime condizioni.
Sono stati gli stessi sopravvissuti, una volta giunti nel porto de La Valletta, a ricostruire le fasi del naufragio. Secondo queste testimonianze il gommone si sarebbe capovolto a causa del mare in burrasca e i migranti sarebbe finiti in acqua cercando disperatamente di rimanere aggrappati al battello. Ma per venti di loro non ci sarebbe stato nulla da fare.
I superstiti, tutti uomini provenienti da paesi dell’Africa sub sahariana, hanno raccontato di essere partiti sei giorni fa dalle coste libiche. Un viaggio reso ancora più difficoltoso dalle cattive condizioni del mare.

- Infiltrazioni terroristiche (Guidasicilia.it, 22/01/15)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

23 gennaio 2015
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia