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Sbarchi di Natale. Niente ferma l'ondata dei disperati, né le feste, né il mare grosso, né il freddo

Ieri sono giunti in Sicilia su tre diversi barconi 548 immigrati

27 dicembre 2005

Non si è fermata neppure a Natale l'ondata di sbarchi di clandestini in Sicilia. Niente sembra poter fermare questi viaggi disperati e di disperati, né il mare grosso né il freddo.
Ieri sono giunti su tre diversi barconi 548 immigrati, mentre continuano le ricerche delle forze dell'ordine sulla terra ferma a Lampedusa e nel ragusano per tentare di fermare qualche immigrato che cerca di rimanere nell'ombra in attesa di prendere un treno che lo porti verso la meta finale prescelta.

Questa volta, infatti, i barconi non sono stati fermati a largo della costa: a Lampedusa uno dei due natanti arrivati sull'isola è semi affondato e gli immigrati hanno raggiunto la costa nuotando.
L'altro è giunto fino a riva col suo carico umano. Le forze dell'ordine, fino a sera, hanno cercato altri immigrati sull'isola mentre le motovedette di GdF e Capitaneria di Porto hanno fatto ricerche in mare (si è levato in volo anche un elicottero della GdF) per cercare altri clandestini oltre ai 327 fermati (11 sono donne) dopo il semiaffodamento di uno dei due barconi che sono arrivati fin sotto la costa.
Il cpt di Lampedusa, oramai tristemente famoso per il trattamento dei migranti fermati, è di nuovo straboccante: 300 clandestini tra cui una decina di donne sono attualmente rinchiusi lì dentro.

A Marina di Acate, lungo la costa iblea, nel ragusano, nella notte tra Natale e Santo Stefano sono sbarcati 221 immigrati nordafricani tra cui 11 donne. Il loro barcone si è arenato a meno di dieci metri dalla sabbia asciutta. Il barcone, non cabinato, si è fermato vicino la foce del fiume Dirillo e Guardia di finanza, polizia di Stato, carabinieri e uomini della capitaneria di porto hanno cominciato le ricerche nella zona vicina dopo l'allarme giunto ad uno dei loro centralini.
Gli uomini delle forze dell'ordine pensano che alcune decine di loro siano riuscite a fuggire. Gli extracomunitari hanno dichiarato di essere iracheni e palestinesi, ma secondo gli investigatori sono tutti Nordafricani.
Sono stati trasferiti ai magazzini della dogana del porto di Pozzallo dove sono ancora in corso gli interrogatori per ricostruire l'ennesimo viaggio della speranza. Successivamente, potrebbero essere condotto al cpt di Pian del Lago, a Caltanissetta.
Dalle prime indagini è emerso che gli extracomunitari, in gran parte tunisini e marocchini, sarebbero partiti dalla Libia dopo avere versato 1500 euro ciascuno a una organizzazione criminale che gestisce i viaggi della speranza verso l'Italia.
Intanto due presunti scafisti, ritenuti componenti l'equipaggio del barcone che si è arenata sulla spiaggia di Marina di Acate, sono stati fermati da polizia, carabinieri e guardia di finanza di Ragusa. Si tratta dell'iracheno Walid Alì di 26 anni, e del palestinese Aarafat Yassir Amin, di 18 anni. I due sono indagati per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dalla Libia all'Italia. I fermi eseguiti sono stati disposti dal sostituto procuratore della Repubblica Marco Rota. Gli investigatori sono al lavoro per identificare il terzo componente dell'equipaggio.

Non è certo, e nessuno lo conferma, che i mercanti dei viaggi della speranza africani abbiano approfittato delle festività e del potenziale allentamento dell'attenzione lungo le coste per dare il via alla nuova ondata di sbarchi cominciata il 21 dicembre scorso con l'arrivo a Lampedusa di 480 clandestini e a Licata di altri 140 e proseguita poi, il giorno dopo, con l'arrivo di 228 immigrati sempre sull'isola.

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27 dicembre 2005
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