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Secondo Cataldo Salerno, il VI posto di Enna su pizzo e racket dato dalla Confesercenti è una bufala

07 agosto 2006

''Avere posizionato Enna al sesto posto in campo nazionale come provincia più pericolosa per il pizzo ed il racket ai danni dei commercianti è una classifica superficiale ed errata, una bufala senza atti concreti''. Il presidente della Provincia di Enna, Cataldo Salerno, attualmente a Praga, ha esaminato con sorpresa il Rapporto Sos Impresa della Confesercenti (leggi) e non gli riconosce alcun valore scientifico, visto che è una classifica che è stata elaborata senza fatti specifici, ed addirittura copiata da quella che è stata elaborata l'anno prima. Non è la prima volta che questo succede, lo si è visto anche in qualche classifica del ''Sole 24 Ore'' quando sono stati evidenziati alcuni parametri che non aveva alcun riferimento con la realtà.
''I dati sul giro d'affari della criminalità organizzata sono buttati lì come le profezie di Nostradamus - ha esordito Cataldo Salerno, telefonicamente -, con l'aggravante che in questo caso non c'è neppure un minimo di componente artistica. Si tratta di semplici operazioni di giustapposizione di tabelle, dalle quali vengono ricavati degli assunti assolutamente privi di connessione logica''. ''Non parliamo poi di metodo sperimentale quello della Confesercenti - ha proseguito il presidente Salerno -. Nulla è infatti verificabile: se gli autori del 'rapporto' avessero aumentato di qualche decina di miliardi di euro, o diminuito della stessa misura, l'entità dei danni che il racket del pizzo provoca all'impresa commerciale, non sarebbe cambiato nulla. Miliardo più o miliardo meno, si tratta comunque di cifre inventate, con il risultato pericolosissimo di impaurire i commercianti e gli imprenditori onesti. Parlare di pizzo fa chic, è di moda, si porta, se si danno i numeri, si fa anche audience. Poco importa che quei numeri siano il frutto di serie ricerche scientifiche oppure di rapporti raffazzonati''.

Per Cataldo Salerno il Rapporto è ricco di invenzioni specie su ''l'indice sintomatico di fatti estorsivi'' che parte da soli tre dati statistici: le denunce di estorsioni (e qui siamo in tema), gli attentati dinamitardi (e questo dato ci può stare) e, infine, gli incendi dolosi, un dato che è del tutto privo di connessione con le estorsioni. Un indice basato su solo tre dati, di cui uno (incendi dolosi) improponibile non ha credibilità a priori. ''Insomma - continua Salerno - di scienza neanche l'ombra, non c'è neanche ombra di ricercatori e professori universitari, se la ricerca che ho fatto sul data-base del Ministero dell'Università non inganna. Ho le prove della assoluta inconsistenza scientifica del Rapporto. La chicca sta proprio nella tabella che classifica le province in base al già richiamato 'indice sintomatico di fatti estorsivi' pubblicata a pag. 15 del Rapporto. Ebbene questa Tabella è esattamente identica a quella pubblicata a pag. 11 del Rapporto 2005, quindi un anno prima. Ora, è credibile un Rapporto che basa il suo fulcro centrale su dati provenienti dal Rapporto dell'anno precedente, senza neppure verificare a quale anno si riferisce la principale Tabella statistica? Penso che non lo sia per l'intera comunità scientifica italiana''. ''La lotta alla criminalità - conclude il presidente della Provincia - la si fa innanzitutto partendo dalla verità, perché le falsità appartengono alla illegalità e fanno un favore soltanto ai criminali''.

Fonte: ViviEnna.it

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07 agosto 2006
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