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Si riaccendono le speranze per i familiari dei quattro ostaggi italiani, prigionieri in Iraq

Arrivati ieri in Italia alcuni campioni di tessuti che potrebbero appartenere alla salma di Quattrocchi

22 maggio 2004
Al commissario straordinario della Croce rossa italiana, Maurizio Scelli è stata consegnata a Baghdad la salma di un uomo indicato come Fabrizio Quattrocchi. Lo riferisce la Cri. "Ora abbiamo una speranza in più, un segnale positivo, per gli ostaggi italiani. Io continuerò a lavorare a questo scopo".
Per la Cri la restituzione della salma è il risultato del "clima di fiducia" che si è instaurato fra l'organizzazione e i religiosi sunniti. Con il Consiglio degli Ulema - precisa ancora la Cri - "i rapporti sono sempre più stretti, anche a seguito della realizzazione dei corridoi umanitari a Falluja e del trasporto in Italia di bambini iracheni malati".
La presunta salma di Fabrizio Quattrocchi è stata consegnata ieri mattina a Scelli da alcuni esponenti del Consiglio degli Ulema.

Solo l'esame del Dna, però, dirà se il cadavere dell'uomo consegnato alla Croce Rossa italiana appartiene veramente a Fabrizio Quattrocchi, l'italiano ucciso dai sequestratori iracheni il 14 aprile scorso.
Campioni dei tessuti del corpo, finalizzati all'accertamento biologico, sono giunti già ieri sera a Roma Ciampino con un volo. I reperti sono contenuti in un plico diplomatico sigillato a Bagdad dall'ambasciatore italiano e affidato al commissario straordinario della Croce Rossa Italiana. Delle analisi si occuperanno gli specialisti del Racis dei carabinieri. Si parla di 24 ore per avere le prime certezze.
Si è però venuto a sapere stamane che i tempi dell'esame del Dna si allungano, per l'identificazione dei resti umani portati ieri in Italia. Il protrarsi dei tempi è dovuto alla complessità e alla tipologia dell' analisi che deve essere eseguita. I carabinieri del Ris di Roma sono al lavoro dalla notte scorsa e, stando a quanto si è appreso in ambienti degli inquirenti, non escludono che per arrivare ad un risultato certo ci sia bisogno di qualche giorno.

Stando alla ricostruzione fornita ieri sera dal commissario straordinario della Croce Rossa ai Pm romani Franco Ionta e Pietro Saviotti e agli uomini del Ros dei carabinieri di Roma, la salma, indicata come quella dell'ostaggio ucciso, è stata portata in un luogo molto vicino alla sede della Croce Rossa a Baghdad avvolta in un telo. Già nelle prossime ore, tuttavia, si potrebbe sapere se gli esperti del Ris hanno deciso di utilizzare tecniche differenti per arrivare all'estrazione del Dna.

Potrebbe quindi concludersi presto una parte della penosa vicenda del sequestro degli italiani in Iraq, quella dell'omicidio di Fabrizio, con il rientro a breve in Italia della salma e per i tre ostaggi ancora in mano dei sequestratori si è riaccesa la speranza. A confermare uno sviluppo ottimistico della vicenda era stato lo stesso Scelli.

"Siamo davvero stupiti di tutto questo clamore. Non abbiamo ancora la certezza che il corpo restituito alla Croce Rossa sia quello di Fabrizio". Ha detto un amico della famiglia di Fabrizio Quattrocchi. E' stata la sorella dell'ostaggio ucciso in Iraq, Graziella, a ricevere la telefonata della Farnesina verso le 14, sull'utenza di via Lagustena. "Siamo da tempo in contatto con loro - ha confermato l'amico di famiglia -, che si sono impegnati a restituirci la salma di Fabrizio. Ma ancora ci sono tutte le verifiche da fare e nessuno ha certezze".
"E' un buon segno, adesso possiamo sperare". E' con queste parole che Angelo Stefio, il padre di Salvatore, ha accolto la notizia della possibile restituzione della salma di Fabrizio Quattrocchi. A riferirlo è il nipote, Giuseppe. La notizia è stata comunicata alla famiglia di Cesenatico dai giornalisti, e gli Stefio, prima di esprimersi a riguardo hanno voluto aspettare che ci fosse una conferma. "Ora c'è la notizia di Scelli: adesso possiamo sperare - ha aggiunto Giuseppe -. Dopo tanti giorni di attesa, senza notizie tranne quelle di Gino Strada (comunque positive) adesso abbiamo un primo segno che, si spera, si va verso una soluzione positiva di questa vicenda".
A dare la notizia a Maria Luisa, la madre di Salvatore, è stata lo stesso Angelo. "Anche lei è molto contenta, anche se, ammetto, siamo un po' confusi" ha spiegato Giuseppe. Gli Stefio hanno intenzione di mettersi in contatto nelle prossime ore con la famiglia Quattrocchi, "ma non subito - ha detto Giuseppe -, sicuramente più tardi. Ora, lasciamogli un po' di tempo...".

- Intervista di "Repubblica" al fondatore di Emergency, Gino Strada di ritorno dall'Iraq

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22 maggio 2004
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