Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Solo un reato di opinione

Scontro tra la Procura e il presidente dei Gip di Palermo per il rilascio della ricercatrice libica inneggiante la jihad islamica

28 dicembre 2015

"Pagine Facebook create ad hoc, materiale propagandistico delle attività svolte da gruppi islamici di natura terroristica, con volantini, ordini, istruzioni e materiale fotografico come scene di guerra, immagini di guerriglieri, discorsi propagandistici. Il tutto mantenendo contatti e condivisioni con i "Rivoluzionari contro Abid Haftar", "Giovani di Bengasi", "Battaglione dei martiri della Libia Libera", "Siamo quelli dal volto coperto", "Dallo 01 a tutte le unità", "Insieme per fare tornare i ribelli per proteggere Bengasi".
Tutte queste informazioni hanno trovato gli inquirenti palermitani sul conto di Khadiga Shabbi, ricercatrice in Economia all'Università di Palermo e che da tre anni vive in città grazie ad un un assegno di duemila euro al mese ricevuto dall'ambasciata libica.
Particolarmente inquietanti, poi, i contatti con le organizzazioni terroristiche "Ansar Al Sharia Libya" e "Libia Shield One" con riferimento al capo Ben Hamid Wissam. Il tutto mantenendo contatti con i foreign fighters rientrati in Europa.

Sconvolta la Procura palermitana dalle conclusioni e dalla conseguente decisione del Gip, Fernando Sestito, convinto della necessità di lasciare libera l’imputata pur "in un contesto che merita senz’altro ulteriore, necessario approfondimento". A suo avviso, "i dati evidenziati, ed in particolare le prese di posizione pubbliche della Shabbi, talora amplificata dal richiamo al martirio del proprio nipote, oltre che dalla particolare enfasi dello stile utilizzato nell’interlocuzione con siti inneggianti alla battaglia jihadista, sono suscettibili di rendere integrata la fattispecie dei reati di istigazione a delinquere e di apologia...". Ma "quanto alle esigenze cautelari nessun elemento concreto lascia ipotizzare né il pericolo di fuga né il pericolo di inquinamento probatorio".

A dare voce allo sconvolgimento della Procura, il procuratore Francesco Lo Voi che ha detto: "La misura è del tutto inadeguata alle esigenze cautelari e all'intensissima rete di rapporti intrattenuti dall'indagata, oltre che contraddittoria e contraria alla più recente giurisprudenza. Pertanto la impugneremo".
Commento che non è piaciuto al presidente dei Gip di Palermo, Cesare Vincenti, e al suo vice Gioacchino Scaduto. "Quelle della Procura sono dichiarazioni avventate e inopportune", che "delegittimano lavoro e funzione" del Giudice delle indagini preliminari.
Secondo Vincenti e Scaduto, le posizioni della Procura sul caso della donna libica "rischiano di creare nell'opinione pubblica un allarme ingiustificato, di cui in questa fase storica non si sente affatto il bisogno". "La donna - spiegano in una nota - non è infatti accusata di atti di terrorismo o di associazione terroristica in collegamento con esponenti di gruppi terroristici o foreign fighters, come potrebbe intendersi, ma soltanto di un reato di opinione: l'avere cioè espresso il suo personale apprezzamento nei confronti dell'ideologia di gruppi ritenuti terroristici, manifestazione del pensiero che può diventare reato solo se resa pubblica".

I due giudici sottolineano ancora che la posizione della donna, il ruolo a lei attribuito e la gravità del reato commesso non giustificavano "l'adozione di misure cautelari di tipo detentivo che, peraltro, lo stesso legislatore con le ultime riforme ha inteso fortemente limitare".
Nella nota si osserva pure, con una punta polemica, che non si può "indulgere a semplificazioni, ad emozioni o a precarie suggestioni esterne": "Siamo tutti sconvolti dalle tragiche vicende terroristiche di questi ultimi tempi che, dopo avere devastato buona parte del Medio Oriente, hanno colpito assai più vicino la nostra Parigi; ma questo non deve farci perdere la capacità di distinguere caso da caso e di valutare con freddezza e oggettività - alla luce dei principi costituzionali e dei parametri di legge - i fatti che vengono sottoposti alla nostra valutazione".

- Da Palermo propaganda per la Jihad sul web (Guidasicilia.it, 23/12/15)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

28 dicembre 2015
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia