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"Shopping" alla Vucciria

Il mercato più famoso di Palermo immortalato dal celebre pittore bagherese Renato Guttuso

03 settembre 2016
-shopping-alla-vucciria

L'itinerario che vi proponiamo è un vero e proprio viaggio nella storia e nella culturale palermitana. Vi accompagniamonel mercato storico più famoso di Palermo, la 'Vucciria'.

Il più noto mercato del  capoluogo siciliano si trova nell'antico quartiere della Loggia fra Via Roma, la Cala, il Cassaro e  Piazza San Domenico. Qui un concentrato di colori, di odori, di sapori, di voci antiche  incantarono persino il pittore bagherese Renato Guttuso (1912-1987), che nel 1974 immortalò la Vuccirìa in uno dei suoi quadri più apprezzati.

Sembra che la 'Vucciria' sia nata tra il X e l'XI secolo, per la vicinanza al porto che stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani sino al XII  secolo. Questi hanno lasciato qui la loro impronta nei nomi di molte strade (via Chiavettieri, via Materassai,  via dei Tintori). Il nome sembra derivare dal francese 'boucherie' che significa  macelleria, dato che era destinato al macello e alla vendita delle carni e solo in un secondo tempo fecero la loro comparsa anche il pesce, la frutta e la verdura.

Non mancano però, quelli che sostengono che il nome riflette invece, la confusione che vivacizza ogni mercato, 'vucciria' appunto che in siciliano significa 'baccano'.

Nel corso dei secoli questo luogo ha subito diverse modifiche. Il viceré Caracciolo nel 1783 ad esempio decise di cambiarne l'aspetto, soprattutto della sua piazza principale che prese il suo nome. Intorno alla piazza si costruirono dei portici che ospitavano i banchi di vendita ed al centro fu sistemata una fontana.

Le tappe del nostro itinerario

TappaPiazza Caracciolo

Piazza Caracciolo alla Vucciria - Palermo

Alla Vucciria la giornata inizia intorno alle 4.00 del mattino quando il pesce è già scaricato, alle 5.00 si allestiscono le ceste di frutta e verdura, mentre i primi compratori arrivano un pò più tardi, intorno alle 6.00. I palermitani vengono qui a comprare veramente di tutto. A parte gli alimenti si trovano scarpe, abbigliamento, dipinti, pacchetti di erbe secche e tantissime altre cose.

Il centro del mercato è Piazza Caracciolo, la piazza dei pescatori. Qui il pescato è esposto su lastre di ghiaccio mentre i pescatori affettano il pesce spada o avvolgono i gamberetti nella carta bianca. Ogni tanto bagnano con un po' d'acqua triglie, gamberi, calamari, branzino e marlin in maniera tale da mantenerli sempre umidi. Per questo in città si dice che: 'i balati ra Vucciria 'un s'asciucanu mai'. Allo stesso modo di una promessa che non si realizzerà mai si dice che avverrà 'quannu e balati ra Vucciria s'asciucanu'.

Il centro della Vucciria è Piazza Caracciolo, la piazza dei pescatori

Nel primo pomeriggio si formano piccole file intorno ai banchi dello squisito cibo da strada palermitano: i calamari fritti, 'pani e panelle', 'pani e cazzilli'. Per attirare l’attenzione dei passanti i venditori usano le abbaniate, cioè pubblicizzano urlando le loro merci.

Verso sera si diffonde per il mercato il fumo delle griglie appena accese dove cuoce ogni specie di interiora. Quando si fa buio, inizia la caccia grossa dei gatti agli scarti dei pescatori. Di notte la Vucciria appartiene a loro.

TappaPalazzo Mazzarino

Palazzo Mazzarino - Via Maqueda, Palermo
ph. www.palazzomazzarino.com

All'interno della zona del mercato si trovano palazzi nobiliari ed opere d'arte di gran pregio. Uno è Palazzo Mazzarino che appartenne alla famiglia del celebre cardinale. Il palazzo sorge in Via Maqueda in posizione baricentrica tra il Teatro Massimo ed i Quattro Canti di città.

Superato l'androne si arriva in un'ampia corte porticata dove un tempo si trovava una fontana. I locali al piano terra sono occupati dalla scuderia, dalle cucine storiche del palazzo, realizzate in ferro e ghisa e collegate al piano nobile da un passavivande.

Al piano nobile, si accede dalla galleria di ingresso attraverso due scaloni. Le grandi sale decorate ad affreschi si aprono in successione una dopo l'altra affacciandosi sul giardino realizzato nel XVII secolo e dominato da un maestoso Ficus microcarpa. Spicca fra tutte la famosa sala della Minerva, magnifica e maestosa, coronata da un soffitto con volta a botte ed affrescato e dominata dalla maestosa statua di Minerva, realizzata da Valerio Villareale.

Due splendidi altorilievi in gesso, sempre del Villareale, si trovano nel loggiato in ferro e vetro che si affaccia sul cortile e rappresentano 'La cacciata della peste da parte di Santa Rosalia' e 'La  processione di Santa Rosalia'. Interessante è la presenza di una piccola cappella a pianta  quadrangolare dalla quale la famiglia poteva assistere alla messa celebrata nella contigua chiesa  della Madonna del Soccorso.

Altri ambienti notevoli erano la quadreria, nella quale lavorò come  direttore dei lavori il famoso architetto palermitano Andrea Gigante, ed il salone delle Feste. Al  secondo piano del palazzo vi erano le camere da letto dei cadetti mentre al terzo il giardino d'inverno

TappaPiazza Garraffello

Fontana del Garraffello, adagiata nell'omonima piazza nel mandamento Castello a Mare a Palermo

La fontana del Garraffello (del 1591) - E' adagiata nell'omonima piazza nel mandamento Castello a Mare a Palermo. L'acqua che ne sgorgava è stata a lungo considerata capace di curare molti malanni per questo motivo da sempre molte persone venivano dagli altri quartieri a rifornirsi della sua acqua. Il monumento ebbe un destino più fortunato del quartiere che la ospita dato che uscì indenne dai bombardamenti della seconda guerra mondiale nonostante l'intera zona venne devastata.

Non va confusa con la Fontana del Garraffo, fontana barocca del 1698, posta in Piazza Marina nel quartiere Kalsa. Entrambe le fontane hanno il nome derivato dall'arabo gharraf (abbondante d'acqua).

Il Genio di Piazza Garraffello, a Palermo

Palazzo Gravina Filangeri di Rammacca - Sorge in piazza Garraffello venne costruito nel 1617 al posto  della Sede della Tavola, pubblico istituto di credito creato nel 1553 e poi trasferito a Palazzo  Pretorio. Fu dimora dei Gravina e Filangeri principi di Rammacca; venne rimaneggiato nel '700 e oggi  purtroppo versa in penose condizioni di degrado.

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